Digital Marketing
È finita l’età dell’oro dell’estetica di Instagram?
20 Agosto 2019
Fotografie patinate, preset tutti uguali, inquadrature geometriche e tanta luce. Parliamo dell’estetica di Instagram che, in questi anni, ha fatto il successo di tanti instagrammer, ha condizionato brand e aziende e, anche, il nostro gusto. È stato l’inizio del successo dei luoghi instagrammabili: locali, ma anche cittadine che hanno visto aumentare il numero di visitatori proprio per via del successo e della bella figura che facevano in fotografia.
Non si tratta, a priori, di un fenomeno negativo. Basti pensare alla ricaduta turistica per un territorio come, per esempio, il Conero delle Marche trainato anche dalle meravigliose fotografie delle Due Sorelle di Sirolo e ai like presi su Instagram. Uno storytelling efficace realizzato attraverso parole ed immagini mozzafiato può fare la differenza.
Tuttavia con i social si è affermato anche un senso di disagio psicologico che, in varie forme, ha iniziato a condizionare chi si trova costantemente esposto ad immagini talmente perfette da non sembrare vere. Eppure il senso dei social è proprio la condivisione e da questa frizione è emersa anche quella che viene chiamata FOMO, che sta per fear of missing out, ovvero la paura di essere tagliati fuori. Un senso di inadeguatezza almeno parzialmente correlato all’esposizione ad immagini e video apparentemente perfetti anche su Instagram.
L’estetica di Instagram, però, non rappresenta il futuro. Questo è, almeno, quel che suggerisce un interessante articolo del The Atlantic che trova riscontro anche in alcuni trend sotto gli occhi di tutti.
L’estetica di Instagram è al capolinea?
È vero che, in questi anni che hanno sancito il successo di Instagram come social, le fotografie che hanno ottenuto maggior successo e risonanza rispecchiano e rispettano una serie di “regole” estetiche. Tutt’ora non mancano le richieste di suggerimenti e indicazioni per proporre un feed ordinato e armonico.
Le istruzioni sono sempre le stesse: colori chiari, luminosità, utilizzo delle griglie per ottenere foto ordinate. Pre-set tutti uguali in modo tale da proporre fotografie in cui ci sia una continuità cromatica tra i vari post, ma anche app utilizzate per visualizzare in anteprima se l’editing per la foto è effettivamente quello giusto per il nostro account. Ma anche gattini, sfondi rosa e avocado toast.
Un trend che ha fatto, per l’appunto, la fortuna di migliaia di influencer, capaci di conquistarsi fette di mercato, ma anche di vendere i pre-set di maggior successo. Ma anche, secondo quanto suggerisce il The Atlantic, sta incastrando gli stessi influencer in regole molto rigide e limiti alla creatività.
Una qualsiasi fotografia spontanea sembrerebbe non essere adatta a Instagram. Un account in cui è tutto sui toni del rosa farà fatica ad accogliere una bella fotografia del mare e via dicendo. Seguire l’estetica di Instagram potrebbe trasformarsi in un limite e non più in una garanzia di successo.
La generazione Z guida il cambiamento
Tornano, dunque, online fotografie scattate veramente solo con lo smartphone, senza passaggi da tre o quattro applicazioni per l’editing, prive della dimensione artificiosa e patinata. Un trend portato avanti da molti giovani e giovanissimi influencer, quelli della stessa generazione Z che va matta per Tik Tok o Twitch.
Il The Atlantic cita Emma Chamberlain, Jazzy Anne, Joanna Ceddia, ma anche Reese Blutstien che riflette:
“per la mia generazione, le persone vogliono essere ciò che sono e non costruire una identità falsa (sui social, ndr). Noi proviamo a mostrare una persona vera che fa cose cool come un adolescente reale, senza cercare di costruire una maschera che non sei tu.”
Sui loro account, seguiti da migliaia di persone, troviamo fotografie spontanee, buffe, senza filtri patinati. Spesso hanno grande successo anche i post “Instagram Life VS Reality”, proposti talvolta anche da super influencer come Chiara Ferragni, in cui si contrappone la perfezione estetica che richiedono i post con il backstage, più spontaneo e normale.
Account secondari, cibo brutto e più spontaneità
L’insofferenza verso i canoni perfetti di Instagram e, di conseguenza, anche per i like e quelle che vengono chiamate vanity metrics tocca ormai anche gli influencer. L’estetica perfetta di Instagram è diventata una forma di ansia e pressione anche per i creator. Ecco che vediamo comparire foto di cibo normali, contrapposizione allo strapotere dell’avocado toast, ma anche account personali degli influencer stessi dove postano foto spontanee, di vita quotidiana e senza fotografi, Photoshop o prodotti sponsorizzati.
Quando Instagram ha annunciato l’oscurazione dei like alle fotografie anche in Italia alcuni influencer l’hanno accolta con entusiasmo proprio perché si tratta di un cambiamento che può togliere parte di questa pressione a chi crea contenuti. Del resto, è anche lo scopo dichiarato della mossa da parte di Instagram: “Vogliamo che gli utenti si concentrino su ciò che condividi, e non sul numero di “mi piace” che ottiene il post”.
Umanità, quotidianità, spontaneità. Sono queste alcune delle parole chiave che compaiono con sempre maggiore frequenza nei discorsi, o anche nei non detti, degli influencer. Possiamo immaginare una transizione e un effettivo superamento dell’estetica di Instagram? È sicuramente presto per dirlo, e basta dare un’occhiata ai profili più seguiti in Italia come Chiara Ferragni, Gianluca Vacchi, Belen Rodriguez, ma anche a quelli di influencer come Paola Turani, Camihawke, Gilda Ambrosio o le sorelle Tordini. Siamo ben lungi da un’effettiva inversione di marcia, ma l’insofferenza è reale. E le soluzioni alternative iniziano a comparire anche in Italia, magari più spesso nelle stories, oppure nascoste all’interno degli album post. Ma il futuro sarà più spontaneo. Almeno finché anche la curva del successo di Instagram non si spegnerà e passeremo tutti a osservare un altro social con altre dinamiche, regole e ansie.