Comunicazione
Bullet journal, cos’è e come funziona
28 Gennaio 2020
Bello, personalizzato ed efficace: il metodo del bullet journal rivoluziona l’organizzazione di chi lo ha adottato. Non sapete di cosa stiamo parlando? A prima vista può sembrare una semplice agenda, ma più ricca e capace di condensare in un unico oggetto impegni e obiettivi.
Ogni pagina, infatti, può rispecchiare la personalità di chi ha creato il bullet Journal. È in questo modo che diventa utile e, a detta di chi è ormai devoto a questo metodo, rivoluzionario.
Il bullet journal è un metodo di organizzazione del tempo del lavoro e del tempo della vita flessibile e personalizzabile. Ideato da Ryder Carrol, digital product designer di New York, consiste in un’agenda a pagine bianche (o ancor meglio puntinate) su cui si può organizzare e tracciare tutto ciò che è importante ricordare.
I “bullet”, infatti, sono i punti delle liste delle cose da fare o da vedere che sono lo scheletro del bullet journal. In un unico quaderno, è possibile dedicare lo spazio necessario a tutto: appuntamenti di lavoro, bollette, cene tra amici, scadenze delle bollette, corsi della palestra e così via.
Di fatto, questo metodo si propone di sintetizzare azioni, eventi e note in uno strumento potenzialmente sempre a portata di mano.
Il bullet journal, in pratica
È stato Ryder Carrol stesso a registrare un video in cui spiega come si realizza un bullet journal a partire da un quaderno bianco. Ciò di cui avete bisogno è carta, una penna o una matita neutra per impostare le pagine, un righello, sticker e colori a piacere.
È importante non dimenticare di lasciare alcune pagine vuote all’inizio per poter comporre un indice flessibile. Durante l’anno, infatti, può capitare che un mese sia più intenso di un altro e richieda, quindi, più spazio.
Sempre nelle prime pagine del bullet journal è utile appuntarsi una legenda. Ad esempio si può scegliere di utilizzare il blu per indicare gli impegni culturali, oppure un quadratino per segnare gli impegni da portare a termine. Avere una legenda a portata di mano è utile per orientarsi velocemente.
L’elemento fondamentale è quello della personalizzazione: il metodo del bullet journal è pensato per fornire a ciascuno uno strumento che si possa adattare completamente a chi lo usa sia dal punto di vista funzionale che da quello estetico.
Il bullet journal può diventare, infatti, un quaderno ricco, decorato e colorato, oppure essere minimale. Non c’è una versione “giusta”, quella migliore è quella che funziona.
Perché questo metodo piace?
Proprio la grande personalizzazione e la flessibilità sono i segreti del successo del bullet journal. Basti pensare che il gruppo Facebook italiano dedicato conta oltre 11.000 membri attivi che si scambiano quotidianamente spunti e idee per affinare la tecnica.
Nonostante il dispendio di tempo iniziale, diventa poi uno strumento molto più funzionale di una classica agenda perché ogni attività, evento o nota ha esattamente lo spazio che decidiamo di dargli.
Piace, dunque, per la flessibilità, per la personalizzazione e per la capacità di contenere tutto ciò che serve per organizzare in maniera efficiente giornate, settimane e mesi. E lo fa in maniera da rispecchiare la personalità di chi lo usa e aiutarlo a pianificare e tenere traccia di quanto accade senza dimenticarsi nulla e senza dover stare nei paletti disegnati da qualcun altro.
Un alleato per chi lavora nella comunicazione
Il bullet journal è anche uno strumento prezioso per chi si occupa di comunicazione. La possibilità di passare, per esempio, da un calendario mensile a uno bimestrale aggiungendo qualche pagina dedicata a uno settimanale e poi ad altre per gli obiettivi è perfetta per organizzare piani editoriali, per esempio.
Senza dimenticare quanto può essere utile tener traccia su un unico quaderno dei dati e delle performance dei progetti seguiti e, contemporaneamente, indicare anche le prossime riunioni e gli obiettivi da raggiungere. Il bello è proprio che il bullet journal funziona dal momento in cui riusciamo a mettere a fuoco ciò di cui abbiamo bisogno e trasferirlo su carta (o sul digitale, grazie alle app) diventando così più efficienti e dimenticandoci di post-it vaganti, bigliettini e appunti presi e immediatamente persi.