Il 2021 sarà l’anno della casa che diventa centro del mondo

Home sweet home si diceva una volta, quando godere del focolare domestico era un lusso per pochi. Andavamo tutti di corsa, il lavoro aveva la precedenza su qualsiasi bisogno e restare a casa nel fine settimana sembrava un dono quasi immeritato, così al sabato indossavamo la tuta e facevamo le grandi pulizie, mettendo ordine nei cassetti e dentro di noi.

La pandemia ha rivoluzionato tutto. Le nostre case ci hanno inghiottiti, isolati dal contesto sociale. All’inizio è stato bello, per chi non ha avuto vittime, avere tanto tempo da dedicare alla famiglia. Con il passare dei mesi, però, abbiamo avvertito i limiti del nostro “recinto sacro” e abbiamo capito che il futuro deve essere riprogettato, proprio a cominciare dalle abitazioni.

Sono stati due architetti a sentire l’esigenza di scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché vengano ripensati gli spazi nei quali viviamo. Doriana Mandrelli Fuksas ed il marito Massimiliano hanno chiamato a raccolta medici, scienziati ed esperti in intelligenza artificiale. Una volta costituito, il gruppo ha riflettuto e discusso, di conseguenza ha inviato al capo dello Stato una serie di proposte innovative.

Doriana Mandrelli Fuksas

Innovazione e sostenibilità

Basta megaedifici che sembrano cattedrali nel deserto. Basta appartamenti inadatti allo svolgimento del proprio lavoro. Il documento richiama l’attenzione sulla necessità di una rivoluzione urbana che punti su “case intelligenti” dotate di kit sanitari, sistemi di sanificazione ecosostenibili, sensori in contatto con gli ospedali, spazi collettivi flessibili per lo smart working, aree per i bambini e, in caso di malattie contagiose, stanze per l’isolamento.

“La nostra vita è cambiata – dichiara Doriana Mandrelli Fuksas – e l’unica forma di salvezza che abbiamo è pensare al futuro”. Come? Ai piani terra dei palazzi, secondo l’architetto, ci saranno sempre meno negozi. Bisogna prevedere, dunque, che gli anziani dovranno muoversi senza correre rischi. Da evitare anche i problemi tra le mura domestiche. Se a New York interi condomini si sono infettati a causa degli impianti di aria condizionata, per la professionista è indispensabile ristrutturare i palazzi con nuovi materiali che permettano il risparmio energetico ed ambienti salubri. Un sogno? Sì, ma realizzabile con il contributo di tutti.

Ingegneri e geometri sono pronti a raccogliere la sfida dell’innovazione. Durante l’ultima edizione di Urbanpromo Green, che si è svolta online, la parola “sostenibilità” è stata il filo conduttore degli interventi. Promossa dall’Istituto nazionale di urbanistica e dall’Università IUAV di Venezia, la manifestazione ha indagato, in particolare, le sinergie fra mondo accademico e tessuti urbani, per concludere che una “città resiliente” non può fare a meno del verde e deve veder crescere gli “eco-quartieri”.

Urbanpromo Green 2020

Quella voglia di sentirsi a casa

Una casa più grande con giardino, fuori o nelle aree limitrofe alla città, sembra essere in questo momento anche il principale desiderio degli Italiani. L’emergenza Coronavirus non ha frenato la voglia di mattone, anzi ha fatto nascere nuove esigenze.

Ci sono stati, inevitabilmente, momenti di crisi durante il lockdown. Il portale immobiliare.it segnala, a marzo 2020, un crollo drastico del numero di persone che cercavano un immobile. Attualmente, però, anche sui social network si registra il ritorno della “voglia di casa”, una casa di nuova concezione: non decorativa da esibire, non minimale da usare, ma calda e funzionale da vivere.

Su Facebook, per esempio, continua a crescere il gruppo “Quando si ama la casa”, che conta ormai quasi 40 mila iscritti. Fondata da Barbara J.S. Driussi che la amministra, questa community posta ogni giorno foto di ambienti domestici e discute di tutto, con la moderazione di Lorena Lolly. Nessuno intende gareggiare, vengono rispettati i gusti di ognuno, sono vietati i commenti offensivi, si dialoga e si chiedono consigli proprio come si farebbe tra amici di vecchia data. Le donne rivelano un forte legame con la propria casa, come se fosse il sacco amniotico dentro il quale sono nate, ma non mancano gli uomini esperti in economia domestica, dotati di gusto raffinato e senso pratico.

Barbara J.S. Driussi

L’idea vincente di Barbara

Barbara Driussi è una pioniera. Quando, nel 2016, decise di fondare il gruppo “Quando si ama la casa”, nei social network nessuno trattava l’argomento. “Ho fatto studi scientifici, ma ho sempre avuto la passione dell’arredamento – ci spiega – ed ho collaborato con diverse riviste del settore. Con lo sviluppo di Internet, ho sentito il bisogno di creare una community. Siamo partiti in 50, non avrei mai pensato di avere tanto successo”.

Sono circa 10 mila, attualmente, le richieste di adesione in attesa di essere approvate. Barbara è riuscita a realizzare una piazza virtuale “nella quale salutarsi, confrontarsi, scambiare opinioni, postando foto che spaziano dagli esterni delle abitazioni, agli interni, fino a sfociare nei dettagli che, a mio avviso, sono molto importanti, come una mise en place. La community è un porto sicuro, una sorta di certezza, il sapere che puoi trovarvi sempre nuovi arrivati, ma anche persone che conosci, con le quali puoi condividere interessi e momenti lieti”.

Alcune fotografie condivise sul gruppo Facebook “Quando si ama la casa”

Un nido nel verde

Con la pandemia, riferisce Driussi, l’engagement è molto aumentata. “Alcune amicizie –  ci svela – da virtuali sono diventate reali. Tanti iscritti hanno postato per sentirsi meno soli, altri per evadere con la mente in un’isola felice, staccando dal caos delle convivenze forzate, altri ancora per concedersi una pausa durante lo smart working. Il nostro gruppo, insomma, è un antistress. Per mio volere, i problemi devono rimanere fuori, così come le idee politiche”.

Il futuro di “Quando si ama la casa” è su Instagram, dove presto approderà per allargare ulteriormente il suo orizzonte. Ma la community potrebbe avere voce anche attraverso una collaborazione con le istituzioni. Come i professionisti che hanno scritto al presidente della Repubblica, Barbara Driussi è convinta che fuori città si viva meglio e lei stessa, un anno fa, ha lasciato Milano per trasferirsi nel verde di Legnano.

Ma non basta. Condividendo le idee di Doriana Fuksas, la fondatrice della prima community dedicata alla casa ritiene necessario costruire con materiali ecosostenibili. Teme, tuttavia, che attualmente i costi della scelta green siano ancora troppo alti per essere sostenuti da chiunque. Driussi, infine, invoca anche il rispetto dell’estetica ambientale che spesso, dagli anni Settanta in avanti, è stata mortificata dalla nascita di edifici che hanno deturpato il paesaggio.

Sebbene tutti i genitori del mondo si illudano che la prima parola pronunciata dal loro figlio sia “mamma”, la scienza dimostra che, entro i primi tre anni di vita, la parola più pronunciata dai bambini è casa. Non un edificio, ma il sentirsi a casa è alla base del nostro benessere. Consideriamolo, prima di aprire la porta al 2021.

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