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Le parole chiave del 2020, tra pandemia e nuove abitudini
17 Dicembre 2020
È stato l’anno d’oro del digitale, quello buio della pandemia, del dolore per la scomparsa di familiari, amici e personaggi noti. Un anno di cose mai viste prima, di esperienze nuove, di comportamenti assennati o sbagliati che, comunque, ci hanno insegnato come dovremo vivere da qui in avanti. Il Time fa la sintesi del 2020, pubblicando l’immagine di una croce in copertina. “Questa è la storia di un anno che non vorrai mai rivedere” è l’incipit dell’articolo di apertura, firmato dalla critica cinematografica Stephanie Zacharek.
Eppure anche l’anno più nero della nostra storia è stato educativo. Ci ha fatto capire l’esigenza di rallentare, di reimpostare la scala dei valori, di guardarci più spesso dentro, di migliorare il nostro rapporto con la natura e di continuare a batterci per i diritti civili che non sono mai definitivamente acquisiti. Una lezione pesantissima, questo 2020, alla quale potrà seguire la ri-creazione delle nostre vite, se avremo ascoltato con attenzione ogni parola pronunciata da chi ha provato a darci insegnamenti.
La top 10
E allora rileggiamole le parole più utilizzate nell’anno che volge al termine, a cominciare da quelle più cliccate su Google. Si chiama ZeitGeist (che significa “spirito del tempo”) il report della piattaforma che detiene il 95,5% delle ricerche svolte nel nostro Paese e garantisce, dunque, un’analisi pressoché completa.
- Coronavirus svetta al primo posto della classifica. Fino all’autunno 2019 nessuno, ad eccezione degli uomini di scienza, conosceva il significato di questo termine. Giorno dopo giorno, si è imposto fino a diventare protagonista.
- Elezioni USA. L’evento politico dell’anno ha cambiato le sorti degli Stati Uniti d’America e del mondo intero. È normale che tutti lo abbiano seguito, cercando di comprenderlo.
- Classroom è il servizio gratuito sviluppato da Google per gli studenti di ogni ordine e grado. Il suo obiettivo è quello di semplificare le lezioni online per agevolare l’apprendimento in remoto.
- WeSchool. Si tratta della piattaforma più adottata dalle scuole italiane per realizzare la didattica a distanza. Ideata da Marco De Rossi nel 2016, l’applicazione indicata dal MIUR per il social learning conta già 1,7 milioni di utenti.
- Nuovo DPCM. La sigla significa Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. È una fonte normativa secondaria, in forma di atto amministrativo, per varare regolamenti e attuare leggi.
- Diego Armando Maradona. Le ricerche sul calciatore più famoso del mondo, scomparso il 25 novembre, sono ancora in corso e si valuta che indicheranno un interesse superiore a quello per il Coronavirus.
- Kobe Bryant è stato un cestista statunitense, ha giocato soprattutto nel ruolo di guardia tiratrice, facendo carriera nei Los Angeles Lakers ed approdando alla National Basketball Association. Considerato tra i migliori giocatori della storia, è scomparso il 26 gennaio.
- Meet è l’applicazione necessaria a fare videoconferenze, ha interessato soprattutto chi ha lavorato da casa e, prima del 2020, non lo aveva mai fatto.
- Contagi. Gli utenti hanno mostrato molto interesse sia nei confronti delle cifre, sia delle modalità di trasmissione del virus.
- Protezione Civile è la struttura del Governo che coordina le politiche e le attività in tema di gestione e superamento delle calamità, umane e naturali. Quest’anno ha lavorato e lavora per risolvere l’emergenza Coronavirus.
L’analisi delle elezioni statunitensi secondo L’Eco della Stampa
Dal 29 ottobre al 6 novembre, abbiamo monitorato media tradizionali e digitali per seguire l’evento politico dell’anno e comprendere quanto spazio venisse dedicato a ciascuno dei candidati. Ecco i grafici che abbiamo elaborato e condiviso sui canali social:
Come fare
Anche i come fare, i cosiddetti How to, rilevano la preoccupazione del popolo della Rete per la pandemia. La ricerca principale su Google nel 2020 è stata “Come fare il pane in casa”, seguita da “Mascherine antivirus” che, in una prima fase dell’emergenza sanitaria, risultavano introvabili. Molto cliccati, poi, “Lievito di birra”, “Pizza”, “Lievito madre”, “Amuchina”. Ma gli utenti di Google non si sono informati soltanto su come preparare in casa i piatti base e il disinfettante. Al momento di sottoporsi al test per verificare il proprio stato di salute, hanno cercato “Tampone” per capire se i metodi utilizzati fossero sicuri, dolorosi, invasivi.
È stato digitato “Spid”, invece, per accedere allo sportello online della Pubblica Amministrazione. Per quattro anni il sistema di identità digitale ha registrato numeri esigui, ma solo negli ultimi mesi ben 5 milioni di italiani si sono accreditati ai servizi della PA. Merito degli incentivi e della possibilità di ottenere facilmente i referti di tamponi e test. Molti coloro che hanno voluto conoscere i requisiti necessari ad ottenere il “Reddito di cittadinanza”. Al decimo posto della classifica, infine, si torna a tavola con la ricerca della ricetta per gli “Gnocchi”!
Nel corso del 2020, gli italiani si sono rivolti a Google anche per trovare il significato delle parole maggiormente utilizzate dalla stampa e sui social network. La piattaforma ZeitGeist elenca, in ordine decrescente, “Pandemia”, “Mes”, “DPCM”, “Congiunti”, “Urbi et Orbi”, “Bonsai”, “Smartworking”, “Lockdown”, “RSA”, “Black Lives Matter”.
L’indagine sul DPCM dell’Eco della Stampa
Perché
In ultimo, ma non in ordine di importanza, analizziamo la ricerca dei Perché. I giornalisti hanno avuto un ruolo determinante nel fornire alla popolazione informazioni che non fossero unicamente sulla pandemia, ma seguissero gli eventi politici, i fatti di cronaca, l’evoluzione del costume. “Perché votare sì al referendum” è la domanda più cliccata durante l’anno. Si riferisce alla consultazione popolare che si è svolta il 29 marzo e che ha tagliato il numero dei parlamentari; la Camera è passata da 630 a 400 seggi, il Senato da 315 a 200.
Al secondo posto della classifica, “Perché si chiama Coronavirus”. Ma già al terzo gradino della hit troviamo, udite udite, “Perché le scope stanno in piedi”. È stata la diffusione di una bufala a suscitare questa curiosità. Per la serie “non è vero, ma ci credo”, una valanga di domande è arrivata a Google e la risposta deve avere deluso tante persone. Al quarto posto “Perché votare no al referendum”. I disastri naturali, colposi e dolosi, colpiscono sempre l’immaginario e “Perché l’Australia brucia” hanno voluto saperlo in tanti. Si torna alla pandemia con “Perché in Germania pochi morti”, mentre in piena estate ci si distrae con “Perché si festeggia Ferragosto”. Verso la fine della top ten si alternano le preoccupazioni, “Coronavirus, perché si muore” e la leggerezza, “Perché i Ricchi e Poveri si sono separati”. Chiude la classifica, al decimo posto, “Perché si chiama Covid-19”.
Conclusioni
Le ricerche del 2020 non sarebbero finite qui. Chi ama le statistiche può trovarne altre, noi ci siamo limitati a segnalare le più importanti, quelle che ad una lettura attenta offrono lo specchio del Paese. Abbiamo vissuto un anno sospeso nell’attesa di un vaccino che, da pochi giorni, c’è. Il 2021 non sarà facile, perché non basterà a farci superare del tutto il problema Coronavirus, né a farci vincere la paura che condiziona le nostre scelte. Dovremo, allora, fare tesoro degli insegnamenti del 2020 e nominare, già dal primo gennaio, parola regina del nuovo anno il vocabolo “fiducia“. Se sapremo credere alla scienza, a chi si è battuto fino alla morte contro la pandemia, ce la faremo.