Comunicazione
Personale, aziendale o creator: come scegliere il profilo Instagram
26 Maggio 2020
È passato quasi un anno da quando Instagram ha aggiunto la possibilità di registrarsi con un account creator. Una novità che, all’inizio, ha diviso gli utenti; con il tempo, invece, si sono fatte (un po’) più chiare le sue peculiarità. I tipi di profili Instagram che abbiamo, dunque, a disposizione sono tre: personale, aziendale e creator.
Siete sicuri di conoscere tutte le differenze e, soprattutto, di aver scelto l’opzione più adatta ai vostri obiettivi? Proprio di questo argomento parliamo oggi, rivolgendoci sia a chi sta muovendo i primi passi in questo social network, sia a chi lo usa già da tempo per promuoversi, ma ha ancora qualche dubbio.
Primo passo: definire il proprio obiettivo
Come sempre, quando parliamo di comunicazione, online e offline, è importante ricordare che se l’abito non fa il monaco, la presenza su un social non è sinonimo di successo. Prima di compiere qualsiasi scelta in questo ambito, infatti, è primario delineare una propria strategia di promozione e, soprattutto, fissare il proprio scopo.
Sei un artigiano o un’artigiana e desideri utilizzare il web per mostrare i tuoi bijoux fatti a mano, ma anche le foto del tuo cagnolino e del tuo giardino? Sei un piccolo book influencer che usa i social per dialogare con la community e proporre contenuti letterari? Sei una media azienda che produce arredi per giardino e sta per lanciare il suo e-commerce? Ciascuna situazione, attività e obiettivo possono richiedere l’impiego di uno o più canali diversi.
In tutti e tre gli esempi che abbiamo fatto Instagram può essere il canale adatto per comunicare, ma non è detto che in tutti e tre i casi sia necessario passare all’account aziendale. Vediamo, dunque, quali sono le possibilità e le caratteristiche dei tipi di profilo e in quali casi sono più adatti.
Personale pubblico o privato
Questa è la funzione base di Instagram. Le funzionalità sono molto semplici: si possono pubblicare fotografie e video, seguire gli altri account, essere seguiti a propria volta. Nella presentazione è consentito aggiungere un link verso l’esterno e collegare la pubblicazione di una foto ad altri social, come Facebook, Twitter e Tumblr. Ci si può scambiare commenti e messaggi privati, ma i vantaggi finiscono qui.
Il profilo personale è adatto, perciò, a chi utilizza Instagram come uno strumento per raccontare saltuariamente quello che succede, condividere fotografie con gli amici e, insomma, farne un uso non professionale. Può essere pubblico, quando tutti gli utenti possono vedere le fotografie, utile magari per chi ha piacere di partecipare a challenge o inserirsi in alcune community, oppure privato quando permette di vedere i contenuti solo agli account “autorizzati”.
Talvolta avere un account privato equivale ad averne uno “esclusivo”. Ci sono, infatti, alcuni influencer che, dopo aver raggiunto la popolarità, hanno “chiuso” il profilo. In questo modo, chi vuole vedere i contenuti è, in un certo senso, costretto al follow, aumentando numeri e curiosità. Si tratta di una strategia di marketing mirata che non funziona per tutti, ma sono diversi i casi, anche in Italia, che la stanno testando.
Account business o aziendale
Per oltre sei anni l’unico tipo di profilo Instagram che si poteva utilizzare era quello personale. Le cose sono cambiate nel 2016 con l’introduzione dell’opzione business, con l’obiettivo di permettere alle aziende di utilizzare Instagram in maniera professionale e di portare la pubblicità anche qui. Con un account aziendale si apre un ventaglio di opportunità molto ampio. Eccole qui:
- Contatti più articolati che permettono di aggiungere email, numero di telefono, mappe e anche il collegamento ad altri servizi, come TheFork per le prenotazioni di un tavolo, o di un posto ad un evento con Eventbrite.
- Statistiche più approfondite sulle attività che la community svolge su ciascun post e, più in generale, informazioni sulle preferenze e le caratteristiche delle persone che ti seguono.
- Possibilità di effettuare sponsorizzazioni direttamente da Instagram, oppure (meglio) attraverso il Business Manager di Facebook per farsi conoscere dal proprio target.
- Swipe up, ovvero il link diretto ad un sito dalle stories, che però si attiva soltanto quando un account supera i 10.000 follower.
- Opportunità di collegare il profilo al proprio e-commerce, stimolando lo shopping anche su Instagram, una delle tendenze su cui l’azienda sembra spingere con più vigore.
È possibile trasformare il proprio profilo in aziendale in qualsiasi momento e, ugualmente, tornare indietro. Instagram chiede, nel passaggio, di collegare l’account ad una pagina Facebook. Questo perché, come accennato, gli strumenti di advertising sono gestiti attraverso il Business Manager che funziona a partire dalle pagine Facebook. Senza quest’ultima, si può, ugualmente, scegliere il profilo aziendale su Instagram, ma non si potrà beneficiare di tutte le opzioni che offre.
Come suggerisce il nome stesso, l’account Business è perfetto per aziende e brand che vogliano utilizzare questo canale con scopi promozionali e commerciali. Un utilizzo ottimale dell’account dovrà poi prevedere l’abbinamento ad un servizio di monitoraggio e analisi media come i sofisticati sistemi adottati da L’Eco della Stampa. Questo consentirà di padroneggiare con lungimiranza l’opinione degli utenti e potenziali clienti e aggiustare la business strategy ed i contenuti di conseguenza.
Funziona anche per freelance e piccoli business personali e per chiunque tragga beneficio dall’accesso alle informazioni demografiche del pubblico.
Account creator: il profilo ad hoc per gli influencer?
Passiamo, infine, all’ultimo dei tipi di profili Instagram che abbiamo a disposizione: creator. Lanciato nel giugno del 2019, inizialmente, sembrava una semplice sovrapposizione con il Business, ma non è così.
Certo, le funzioni a disposizione sono le stesse. Tuttavia, si tratta di una tipologia di account che nasce per le singole persone che sulla propria professionalità o capacità di influenzare la community hanno costruito un piccolo business. All’inizio si chiamavano semplicemente influencer, ora si parla sempre più spesso di content creator.
Le community sono personali e non è detto che ad un account molto seguito su Instagram corrisponda una pagina Facebook. In questo caso, infatti, è possibile collegare il profilo al proprio account personale.
Altre novità sembrano in arrivo. L’idea è che Instagram, separando i Creator dai Brand, abbia intenzione di potenziare alcune funzioni come la possibilità di segnalare le pubblicità e di conoscere meglio il proprio target.
Staremo a vedere. Vi teniamo aggiornati!