Digital Marketing
Spark AR Studio e i filtri in realtà aumentata (su Instagram e Facebook) raccontati da Piotar Boa
1 Ottobre 2019
Abbiamo il piacere di intervistare Fabio B. Forgione, meglio noto come “Piotar Boa”, per parlare di realtà aumentata e di Spark AR Studio, il nuovo strumento per il social media marketing che ci rende tutti partecipi della rivoluzione virtuale in corso.
Su Instagram e Facebook, se scegliete di pubblicare una storia o un video in diretta, potete personalizzarli con dei “filtri” che seguono i movimenti del vostro volto aggiungendo elementi virtuali molto curati dal punto di vista estetico.
Alzi la mano chi non si è mai divertito a provarli.
Meglio “indossare” due occhioni teneri, un paio di Rayban aviator specchiati o far finta di essere intervistati in tv con il filtro Be Famous di Piotar Boa?
Ognuno ha i suoi gusti personali e proprio qui sta il bello della realtà aumentata “customizzabile”.
Così, fin da quando sono stati disponibili i nuovi filtri (prima su Facebook e poi su Instagram), in tantissimi si sono cimentati nella realizzazione di “stories” particolari scegliendo tra gli esempi a disposizione.
Ma ora Facebook ha deciso di cambiare le carte in tavola con una mossa che evidenzia l’importanza della realtà aumentata nel prossimo futuro.
Il software Spark AR Studio è stato aperto a tutti e dal 13 agosto 2019 permette a chiunque di creare i propri filtri di realtà aumentata per Facebook ed Instagram.
Prima però, c’è stato un lungo periodo di testing che ha coinvolto un numero limitato di utenti.
Considerando che tutto ha inizio nel 2017, parliamo di anni interi di perfezionamento in ambienti protetti per arrivare allo strumento che vediamo oggi.
Fabio era nel nucleo di utenti selezionati dall’inizio. Ci racconti un po’ come è iniziata la tua avventura con Spark Ar Studio e perché Facebook ti ha scelto tra i primi 500 utenti in Beta?
Intanto voglio salutare tutti i vostri lettori e ringraziarvi per avermi intervistato.
Sono sincero. Non ti so dire perchè sono stato scelto. Ti racconto semplicemente come è andata.
Un mio amico negli Usa mi scrisse su Messenger:
” Sai Fabio, mi hanno detto che Facebook sta lavorando alla sua piattaforma per la realtà aumentata e sta cercando persone proprio… “come te”. Credo che sia una cosa interessante: ti lascio il link”.
In quel link c’era un form da compilare dove mi chiedevano che tipo di skills avessi ed altre domande.
L’ho semplicemente compilato ed inviato. Senza farmi tante illusioni… sono sincero.
Ti faccio una confessione: io non sono né un ingegnere informatico e non ho studiato in nessuna università prestigiosa. Sono un autodidatta: tutto quello che conosco sul web e sul digital l’ho imparato negli anni sulla rete e sul campo.
Fu così che Il 24 agosto 2017 alle 1.16 di notte ricevetti una “strana” notifica da Facebook. Pensavo stessi sognando e mi rimise a dormire.
La mattina andai ad accendere il mio MacBook e vidi l’email di Facebook con il link per scaricare il software, inoltre mi avevano aggiunto in un “gruppo segreto” insieme agli ingegneri, ai product managers di Facebook e ad altre 500 persone provenienti da tutto il mondo. Tutto qui…
Il periodo di prova prevedeva una sorta di feedback da consegnare a Facebook o c’erano degli step concordati per provare lo strumento a tutto tondo?
Da agosto 2017 a dicembre 2017 abbiamo lavorato in segreto sulla piattaforma, testando le funzioni, creando filtri di ogni genere e dando il nostro feedback su cosa bisognava aggiungere o quale funzione fosse da implementare.
Non potevo credere che Piotar Boa (un italiano qualsiasi) aveva già il suo filtro personalizzato e pubblicato su Facebook mentre le più grandi multinazionali o celebrities non potevano farlo.
Era bellissimo.
Torniamo a noi. Le prime versioni del software erano veramente diverse da quella che oggi tutti possono usare. Per fare una semplice maschera ci volevano quasi 10 giorni… oggi la fai in 10 minuti!
Poi il 14 agosto 2019 c’è stato invece il lancio ufficiale anche su Instagram con il libero accesso a tutti gli utenti. Da quel giorno come sono cambiate le cose per te? Si è subito formata una “virtuale fila di persone” che provavano i filtri e rilasciavano qualsiasi tipo di effetto per le storie di IG?
In realtà le cose erano cambiate già molti mesi prima perché il 7 novembre fui selezionato anche per partecipare alla fase beta su Instagram e l’8 novembre era già on line il mio “Tron AR Effect”: uno dei primi filtri al mondo pubblicato su Instagram.
All’ inizio eravamo solo 30 Spark Ar Creators al mondo a poter pubblicare filtri anche su Instagram e così le persone hanno cominciato a seguirmi e ad usare i miei filtri.
In meno di 6 mesi sono passato da 400 a più di 150 mila followers su instagram ed i miei filtri sono stati visti oltre 250 milioni di volte in tutto il mondo. Ancora adesso non ci credo…
Con l’apertura della piattaforma, da agosto ad oggi, si contano circa 30 mila Spark AR Creators anche se molti sono per lo più giovani e persone che pubblicano filtri copiati dai tutorials semplicemente cambiando il nome.
Dietro un filtro di qualità c’è molto lavoro e non basta un tutorial…
Spark Ar Creators veramente bravi, capaci di realizzare filtri di alta qualità ce ne sono veramente pochi in giro ma sono contento che molte persone si stanno avvicinando a questa piattaforma.
Stiamo parlando quindi di una novità esplosa in Russia, Sud America ed Asia, ma ancora poco conosciuta in Italia, che genera inevitabilmente qualche diffidenza anche rappresenta una opportunità per chi vuole fare della creazione di contenuti il suo credo a 360°. Secondo te, la realtà aumentata su Instagram è un ambito valido da sfruttare anche per gli account aziendali o è chiaramente (o forse esclusivamente) uno strumento ideato per i singoli influencer?
Ci sono tante opportunità lavorative per chi vuole diventare un Filter Creator o un AR Creative Studio perchè come dicevo prima c’è molta quantità ma poca qualità. Spero che molti ragazzi leggano questo articolo, si incuriosiscano e possano iniziare questa bellissima esperienza.
C’è molta richiesta per Filter Creators bravi e si guadagna anche bene… il che non guasta.
Rispondendo alla seconda domanda: non è solo uno strumento per influencers anzi….
Per ciò che riguarda le aziende faccio un’affermazione forte: chi non inserirà nel suo business model e nel processo di digital transformation la “realtà aumentata” entro il 2020 regalerà quote di mercato, clienti e fatturato ai suoi concorrenti. Quindi…
Non esistono solo i filtri facciali, stanno per arrivare nuove tipologie sempre più accattivanti e coinvolgenti: dai giochi ai world effects ai filtri “Try on” o “target tracker” ed altre tipologie che permetteranno di acquistare un prodotto o un servizio all’interno del filtro.
Purtroppo al momento non posso dire di più. Ci sarà da divertirsi…. parola di Piotar Boa.
La tua agenzia realizza questo tipo di filtri, ottimizzati alla perfezione per il tipo di obiettivi che si vuole raggiungere. Solitamente, quale parte del brief viene stressata di più da parte del cliente?
Oggi quando un cliente (Brand, Celebrities o Agenzia) ci chiede un filtro arriva già con un’idea.
Il 90% delle volte è un’idea che denota la scarsa conoscenza dello strumento e di tutte le sue potenzialità o addirittura un filtro che è già stato creato e di cui esistono diversi cloni.
Purtroppo questo è dovuto al fatto che non esistono in Italia corsi sul marketing della realtà aumentata figuriamoci su quella applicata a Facebook ed Instagram. C’è poco materiale on line ed i corsi seri si tengono all’estero e sono anche abbastanza costosi.
Nel mio piccolo offro questo servizio ai miei clienti e cerco di “raccontarlo” nelle varie conferenze o eventi dove mi invitano a parlare.
Piotar Boa innanzitutto offre una consulenza iniziale in cui si analizzano gli obiettivi che il cliente vuole perseguire, il perché vuole usare un filtro in realtà aumentata e chiaramente il budget a disposizione. Si definisce una strategia e solo dopo si crea il filtro giusto. Così tutto funziona ed alla fine siamo tutti contenti…
Un paio di volte ho rifiutato di creare filtri “imposti” dal cliente che voleva solo il suo logo bello in vista e con delle grafiche non adatte alla piattaforma.
Sapevo già che non sarebbero stati efficaci e che le persone non li avrebbero usati.
Dopo aver creato il filtro cosa succede? Come si procede? Se qualcosa non funziona chi ci pensa?
Sembra tutto rose e fiori…
Questo è una bella domanda. Dopo aver terminato il filtro inizia il bello.
E purtroppo non sempre sono rose e fiori anzi…
Non tutti sanno che esistono varie fasi: Upload, Revisione, Approvazione e Manutenzione
Ci spieghi meglio? In cosa consistono?
Certo… provo ad essere sintetico.
Fase di Upload: il filtro va caricato sulla piattaforma seguendo scrupolose regole imposte da Facebook che sono diverse e distinte (su Facebook alcune cose si possono fare su Instagram no)
Fase di Revisione: una volta caricato inizia il processo di revisione dove viene analizzato se il filtro è “compliant” con tutte le normative e rispetta i divieti imposti. Se non è idoneo viene bocciato e bisogna modificare o alcune volte costruire il filtro da capo. Questo può comportare grosse perdite di tempo e danni economici se il filtro deve uscire ad una certa data stabilita.
Fase di Approvazione: se tutto è andato bene il filtro viene approvato ed è on line. Vengono generati i link da distribuire ed il filtro viene subito reso disponibile sul profilo Instagram e/o Facebook
Fase di Manutenzione: qui viene il bello. Instagram e Facebook ed il software Spark AR Studio si aggiornano almeno 2 volte al mese. Spesso accade che dopo un aggiornamento il filtro non funzioni più e che gli utenti comincino a bombardarti di messaggi…
Quindi bisogna verificare cosa ne impedisce il funzionamento, modificare il filtro e ripetere le varie fasi.
Da come parli sembra che non tutti i Filter Creators curino le varie fasi…
Puoi dare dei consigli ai nostri lettori su come sceglierne uno affidabile?
Volentieri. Ti confermo che molti creators (per lo più freelancers) si limitano solo alla consegna del filtro, non si occupano delle varie fasi, nè tantomeno della manutenzione: inviano il file ed incassano i soldi.
Li riconosci subito perchè hanno prezzi bassi, molto invitanti (al di sotto dei 1000 euro).
Non offrono consulenza, assistenza, supporto nè tantomeno garanzie.
Il mio consiglio è di scegliere un Filter Creator Studio esperto che offra un servizio “all inclusive” .
Altrimenti si rischia di fare figuracce con i propri followers o clienti e di essere presi in giro dai concorrenti…
Come sai L’Eco della Stampa si occupa di monitoraggio dei media, i social media sono ovviamente inclusi e quindi non posso ignorare uno degli aspetti che qualsiasi business considera. Che tipo di volumi genera un filtro di realtà aumentata su Instagram? Dipende tutto dalla rilevanza dell’account che lo propone?
Ti posso dire che In termini di volumi sono veramente una bomba.
Generano diversi milioni di “Impressions” su Instagram ma… non sempre è così.
Dipende dalla qualità, dalla creatività e se viene supportato o meno da una campagna pubblicitaria a pagamento.
Poi se l’account che lo propone ha una grossa audience: BINGO!
Ma non sempre il successo di un filtro si misura con le impressions…
I filtri come dicevo prima non sono tutti uguali ed ognuno è realizzato con uno scopo ben preciso.
Dipende dall’obiettivo: se si vuole creare engagement e quindi molte impressions allora esistono determinati tipi di filtri o esperienze in realtà aumentata.
Vogliamo invogliare le persone ad entrare nel negozio e comprare i nostri prodotti?
Esiste una categoria di esperienze che io chiamo “Drive in Store” o “Try on”
Dobbiamo promuovere un nuovo disco, film o un libro? Esistono dei filtri ad hoc
E così via…
Il filtro AR che ti è piaciuto di più in assoluto? Si può far vedere qui in anteprima sul nostro blog? ☺
Guarda non vorrei fare un torto a nessuno dei miei colleghi, così ne scelgo 3 dei miei:
Tron AR Effect: è stato il mio primo filtro su Instagram.
Be Famous: ti fa sembrare di essere intervistato in tv
Alma Cigana: l’ultimo che ho creato per un’attrice brasiliana con oltre 11 milioni di followers
Grazie Fabio per il tempo che ci hai dedicato, abbiamo visto insieme un nuovo strumento che apre senza dubbio nuovi orizzonti ai comunicatori digitali. Dopo questo, sono genuinamente curioso di vedere la tua prossima creazione!
Grazie a te per avermi intervistato.