Media Monitoring
La radio, inossidabile mass media tra passato e futuro
11 Ottobre 2018
Era il 6 ottobre 1924 quando la prima trasmissione radio veniva emessa in Italia. Quello che all’inizio era un rigido composto di brani di musica classica ed opera lirica, assieme ad un bollettino meteo e borsistico, è rimasto in piedi per più di 100 anni senza mai sparire, ma evolvendosi in modi inimmaginabili per i suoi creatori e primi fruitori.
La prossima interessante novità nel mondo dell’etere è la radio “costumizzata” sugli interessi degli utenti. Una radio cucita sui topics che l’ascoltatore preferisce, con contenuti personalizzati e personalizzabili, basata sugli input forniti. Chiaramente, questo tipo di radio non potrà che essere digitale, in forma di app, scaricabile sul proprio smartphone.
Questo progetto è molto più vicino di quanto pensiamo. Si chiama You Radio e lo metterà in atto Radio Rai. Si tratta di un’evoluzione dell’attuale app RaiPlayRadio e permetterà l’ascolto di un giornale radio interamente personalizzato, in cui le news sono enunciate e presentate sulla base delle preferenze dell’ascoltatore. Un progetto che investirà principalmente Radio Rai1, che si conferma come l’emittente più divulgativo della Rai, ma che comprende anche l’estensione dei programmi fino a mezzanotte di Radio Rai Sport.
Ascoltare podcast, musica e trasmissioni in streaming è già possibile con Radio Rai, ma quest’ultima iniziativa è la prima nel suo genere e asseconda un mood sempre più netto sul web. I due neologismi anglofoni “customizzare” e “brandizzare” denotano sempre più la direzione tipica del digitale. Rendere l’esperienza, l’oggetto o il servizio, il più personale e soggettivo possibile.
La radio su smart speaker Google ed Amazon
Notizia di qualche mese fa l’annuncio di Consultmedia e 22HBG di formare una joint venture per permettere l’inserimento delle emittenti radiofoniche su smart speaker Google ed Amazon.
Entrambe società specializzate nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative ed applicazioni in ambito radio e TV 4.0, l’idea che le ha unite è quella di portare sia il live streaming, sia podcast radiofonici su device come Google Home o Echo di Amazon. Device smart, con i quali interagire per poter organizzare la propria giornata e gestire la propria casa, nella quale non poteva mancare un elettrodomestico così di buona compagnia come la radio.
Allo stesso modo, si cercherà di sviluppare soluzioni innovative per FM-world, primo aggregatore italiano indipendente di flussi streaming, pensando alla gestione di servizi extra e premium e all’interazione della radio con le connected car.
Chi ascolta la radio oggi? E quando?
Come sempre, ci interessano le 5 W. E, sorprendentemente, la radio risulta essere un medium davvero molto molto trasversale.
Meglio di altri media, la radio si è mossa lungo direzioni inaspettate, adeguandosi alla velocità della tecnologia. Un esempio concreto è il boom delle web radio. Nel 2001 ne esistevano ben 30.000 in Rete! Oggi si sono ridotte a circa 500 puramente web, ma la radio ha saputo reinventarsi diventando una fedele compagna per circa 35 milioni di italiani.
Radio visibili in TV, sullo schermo del proprio pc, ricche di podcast e live, che hanno offerto la possibilità di soddisfare i bisogni musicali e tematici più ricercati, secondo quel concetto di long tail – tipico ma non esclusivo, evidentemente – del web.
Ma non crediate che siano tutti ascoltatori puramente web. Solo il 14,5% degli italiani ascolta la radio tramite Internet (giovani tra 19-24 anni). Gli altri lo fanno alla vecchia maniera. A casa, in ufficio o in macchina.
L’identikit dell’ascoltatore radiofonico non ha regionalismi, ma è distribuito equamente in tutto il Paese, vive in città o in piccoli centri, possiede un diploma o una laurea (22,4%). Infine, la durata media dell’ascolto della radio è salito a quasi tre ore al giorno (182 minuti), proprio come la TV.
Ma il dato più interessante è il fatto che la penetrazione dei diversi device su cui la radio è migrata ha permesso una sua affermazione nella fascia dei più giovani: più della metà di loro ha dichiarato che vi si dedica di più rispetto a 3 anni fa, ascoltando la musica digitale tramite app radio.
Dati che dimostrano la freschezza del mezzo, confermandone l’utilità in diversi casi.