Comunicazione
La fabbrica del mare riparte dalla Costa Smeralda con il Gruppo Valdettaro
18 Marzo 2021
Lo splash dei remi che entrano ed escono dall’acqua è l’unico rumore che si sente mentre il gozzo si allontana dalla riva. È quasi buio alle Grazie, ma c’è ancora qualcuno che ha voglia di fare un giro nel golfo, magari lanciando una lenza per vedere se qualcosa abbocca. Tutti qui hanno una barca. E tutti, una volta all’anno, la provano prima di affidarla all’amico che la revisionerà per il ritorno dell’estate. Questo è il paese dei maestri d’ascia. A un giro di vento da Portovenere, Le Grazie sono meno mondane, ma vantano tradizioni antiche che le hanno rese famose in tutto il mondo.
L’arte dei maestri d’ascia
Una è proprio quella degli artigiani che costruiscono scafi a mano e tramandano l’arte del calafataggio, una strana parola che indica l’impermeabilizzazione della barca. Niente di semplice, come si può immaginare. Nel fasciame delle tavole vengono inserite fibre di canapa e resine sintetiche (un tempo si utilizzava la pece) per fare in modo che tra una tavola e l’altra non entri acqua. La “malabestia”, una mazzuola in legno, picchia sulle fessure, i “comenti”, con forza e precisione. Fatica e talento, alla fine, renderanno stagno lo scafo che potrà prendere il largo in assoluta tranquillità.
Sembra incredibile, ma nel 2021 dei maestri d’ascia c’è ancora bisogno. Pescherecci, gozzi, ma anche yacht di lusso necessitano periodicamente delle loro cure. E chi vuole conoscere i più bravi deve venire qui, alle Grazie, dove ha sede il Gruppo Valdettaro per il quale lavorano Michele e Andrea Balistreri, padre e figlio con la passione per il legno nel sangue.
Da cantiere ad impero della nautica
Fondato nel 1917, il cantiere graziotto nel 1995 è stato acquistato dalla famiglia Vanelo che ha creato, progressivamente, un impero della nautica. Oggi al gruppo fanno capo, oltre allo storico cantiere, la Marina di Fezzano, lo sbarco nella darsena di Pagliari dove è stato rilevato il Cantiere Canaletti, i capannoni di Melara, la Scuola di Mare Santa Teresa e la società About Italia Holiday che gestisce appartamenti turistici e charterizza barche da diporto.
Il Gruppo Valdettaro a Cala Saccaia
Ma non è tutto. Il primo agosto sarà inaugurato a Cala Saccaia, nel mare di Olbia, un nuovo cantiere navale del Gruppo Valdettaro. Chiamarlo cantiere, forse, è riduttivo. Si tratta, infatti, di un’area di sei ettari che comprende un capannone di 13 mila metri quadrati, un travel lift capace di movimentare scafi fino a 720 tonnellate di dislocamento e banchine per 200 metri che ospiteranno megayacht. Un investimento superiore ai dieci milioni di euro che darà lavoro a tante persone e permetterà ai giovani sardi di crescere professionalmente.
“Con il sostegno della Regione Sardegna – illustra Luca Erba, General Manager del Gruppo Valdettaro – il cantiere funzionerà anche come palestra didattica dove saranno svolti corsi di formazione. Il settore nautico, in Costa Smeralda, è il fulcro dell’economia e attraverso i nostri progetti aiuteremo la ripartenza di tutto l’indotto dopo la pandemia”.
Imprenditore carrarese del marmo, Giorgio Vanelo ha trasmesso a figli e nipoti la sua passione per il mare, ma anche i valori che dovrebbero guidare ogni azienda. In Sardegna, dunque, non nascerà soltanto una fabbrica, ma un polo della cantieristica navale che saprà fare scuola. E alle Grazie, dove tutto è cominciato, intanto proseguono i lavori di restauro delle barche più belle del mondo.
Con orgoglio, Luca Erba ci ricorda che qui le maestranze hanno dato nuova vita a Williamsburg di Eisenhower, a Istranka del maresciallo Tito, ad Orion del re di Spagna, a Pacha III che Stefano Casiraghi donò a Carolina di Monaco, a Shabab Oman, nave scuola dell’Oman.
“Questo è uno dei pochi cantieri al mondo – spiega Erba – con maestri d’ascia in grado di costruire alberi in legno. In posizione strategica per le nuove rotte del diporto mediterraneo, il Valdettaro rappresenta il polo nautico di riferimento in tutta l’area dell’alto Tirreno”.
Tra un passato glorioso e un futuro che si sta scrivendo, il presente del Gruppo Valdettaro non sembra risentire della crisi. Sono cinque, in questo momento, le signore del mare in restauro: Amelia, una goletta del 1938 costruita dal cantiere De Vries Lentsch; Bradamante, un Baglietto modello Ischia degli anni Cinquanta; Umiak 2, un Sangermani classe 1956; Virginia, uno sloop progettato negli anni Quaranta da Carlo Sciarelli. La “scala reale”, come la definisce Luca Erba, si conclude con l’imbarcazione più ricca di storia: Vera Mary. Varata nel 1932 dal cantiere inglese Berthon Boat Company, fu acquistata nel 1935 da re Giorgio V per donarla all’amico Sir Philip Hunloke, suo istruttore di vela, skipper dello yacht reale Britannia e Commodoro del Royal Yacht Squadron.
Non un mare di sabbia, ma un mare di scogli e di pietre rosse è la baia di Portovenere. Acqua profonda e blu. Arrivando dalla città, una strada tutta curve svolta improvvisamente sulla baia delle Grazie e si apre alla vita. Come una promessa di felicità. La stessa che si scambiarono, a bordo di Pacha III, due ragazzi innamorati: Stefano e Carolina. Oggi la principessa di Monaco trascorre ancora le vacanze estive sulla barca che le regalò lo sfortunato marito, un gioiello chiamato Pacha, acronimo formato con le iniziali dei nomi dei figli: Pierre, Andrea, Charlotte.