Eventi e Società
Il guru Guy Kawasaki al Digital Convergence Day
22 Giugno 2018
L’Eco della Stampa ha intervistato il re degli evangelist Guy Kawasaki e l’ex presidente mondiale di Apple, Marco Landi, in occasione del Digital Convergence Day.
Prometteva di essere il più grande incontro a livello europeo sul tema della convergenza tra Social Media, Intelligenza Artificiale e Mobile. E così è stato.
L’azienda pugliese The Digital Box, eccellenza digitale italiana che ha organizzato l’evento, è riuscita a portare tantissimi esperti sul palco dell’Aula Magna dell’Università Bocconi. Ne è nato un dibattito aperto su come mobile e intelligenza artificiale siano sempre più a supporto delle strategie di marketing e comunicazione.
Per il main guest Guy Kawasaki, Chief Evangelist di Canva ed ex Apple, è la prima volta in Italia.
Lui, che è stato il braccio destro di Steve Jobs e artefice del successo di Apple, si è confrontato con gli esperti di innovazione digitale che definiscono le strategie di Microsoft, Google, Facebook, CA Technologies, Fbk. Protagonisti anche l’ex Presidente mondiale di Apple, Marco Landi e il CEO di TheDigital Box Roberto Calculli.
Ma entriamo nel vivo della discussione, prima di scoprire cosa ci hanno detto Guy Kawasaki e Marco Landi.
Cosa si intende con Convergenza Digitale?
Grazie ai dispositivi di ultima generazione, gli utenti hanno ora libero accesso a dati e informazioni diventando sempre più consapevoli del ruolo attivo che rivestono sul mercato. Social, intelligenza artificiale e mobile, sono strumenti che comunicano tra loro e dettano le nuove regole del marketing aziendale. Per raggiungere il più ampio pubblico in breve tempo e sviluppare il proprio business.
Circa il 49% della popolazione mondiale usa lo smartphone per navigare in internet, e oltre 2,958 miliardi di persone (39%) usa i social da mobile. Navigazione internet e fruizione dei social, avvengono prevalentemente da dispositivi mobile, con più di 1,23 miliardi di utenti online ogni giorno da smartphone e tablet.
Laura Cominelli, Chief Operations Director di Microsoft, spiega che l’obiettivo della società è ora quello di democratizzare l’AI. Più che Artifical Intelligence, però, dovremmo chiamarla “Augmented Intelligence” dal momento che non è possibile avere una macchina totalmente indipendente.
Per ritrovare la massima applicazione dell’augmented intelligence possiamo guardare al case study di Telefonica. Un operatore telecom spagnolo che ha integrato un assistente vocale per rispondere a qualsiasi domanda dell’utente in modo del tutto simile ad un essere umano.
Fabio Fregi, Country Manager di Google for Work, evidenzia l’importanza del mobile e della grande mole di dati adesso a disposizione di tutti. Basti pensare che negli ultimi 5 anni abbiamo prodotto più dati che negli ultimi 5000!
Alberto Mazzieri, Industry Manager di Facebook Italia, illustra l’impatto della’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni, scegliendo come tecnologia più promettente quella della Image Recognition. Ovvero il riconoscimento delle immagini da parte della macchina: siano esse volti, oggetti o luoghi.
Negli ultimi anni il rapporto tra social media e intelligenza artificiale si sta intensificando, prevalentemente attraverso l’apertura di Facebook Messenger ai ChatBots (assistenti virtuali) come strumento utilizzato dai brand per migliorare la customer experience; una tecnologia che di recente sta superando i 200.000 ChatBots attivi su Messenger.
Guy Kawasaki la vede così “Il fenomeno della convergenza tra social media, artificial intelligence e mobile, sarà sempre più incisivo per il business nel prossimo futuro e sarà un elemento centrale per il digital marketing, ed ecco perché è importante per le aziende saper cogliere in tempo questa grande opportunità. Quando questi tre elementi vengono integrati fra loro e li si fa convergere in una strategia marketing, il risultato è sorprendente”.
Una rivoluzione da non temere. “Il cliente, anzi, deve aspettarsi un miglior servizio, un rapporto con la marca molto più semplice; con il ChatBots il cliente avrà la possibilità di essere in contatto costante con il brand per poter presentare ad esempio dei reclami o per poter avere delle offerte”, spiega Marco Landi, ex Presidente mondiale di Apple e ora a capo di The Digital Box.
Il tema della democratizzazione è emerso con forza in quasi ogni intervento.
Guy Kawasaki risponde alle nostre domande
Partiamo dall’intervista a Guy Kawasaki, main guest dell’evento e guru digitale di fama mondiale.
Quanto la cultura giapponese ha influenzato il tuo lavoro di Evangelista presso Apple prima ed ora Canva?
Guy Kawasaki: “Io ho sicuramente un DNA giapponese ma ho veramente una cultura giapponese. Nonostante questo, avendo lavorato per Apple e Steve Jobs, c’era un grande apprezzamente della semplicità ed eleganza, che sono aspetti tipici della tradizione giapponese.”
Cosa ne pensa del fatto che le persone passino meno tempo a consultare news sui social media?
Guy Kawasaki: “Direi che non posso dargli torto. Fake news ormai significa solo tutto quello con cui tu come individuo non sei d’accordo. Quindi, se tu pensi che la terra sia piatta e leggi una news dove si sostiene che la terra è rotonda, pensi che sia una fake news. Penso che sia un vero pericolo questa mentalità e dovrebbe essere afrontata con trasparenza da tutte la parti chiamate in causa. Sono scettico sul fatto che i governi facciano qualcosa al riguardo e anzi penso che i governi siano una grande parte del problema. Le strutture educative dovrebbero essere le prime a farsi carico di questo problema.”
Facebook sostiene sempre di più le local news. Tu pensi che le notizie al giorno d’oggi siano più globali o locali?
Guy Kawasaki: “Le news sono certamente più globali. Una cosa che succede in Cina diventa immediatamente una big news in America”.
Passiamo all’ambito della formazione digital. Quali skills sono le più importanti nel mondo digital di oggi?
Guy Kawasaki: “Nel business delle tecnologie servono due funzioni base: creare un prodotto e saperlo vendere. Per saper vendere un prodotto è necessario far riferimento alle soft skills come l’ascolto, la comprensione e la risposta alle domande che servono in quel momento esatto.”
Marco Landi approfondisce per noi il tema della formazione
Abbiamo colto al volo la possibilità di fare alcune domande anche a Marco Landi, ex Presidente mondiale di Apple e primo promotore di questo grande evento.
Marco Landi ci ha suggerito tre ingrendienti fondamentali per il successo, basandosi sulla sua esperienza personale, che gli ha permesso di raggiungere risultati riconoscoiuti in tutto il mondo:
– Abbandonare l’idea chiusa del “posto fisso”
– Augurarsi un’ottima salute fisica per avere forza, essenziale per lo spirito di determinazione e resistenza a pressioni esterne
– Avere un coniuge e una famiglia che ti sostenga e ti supporti
Invece,a proposito delle soft skills utili a raggiungere il successo in ambito tecnologico, Landi ci suggerisce:
“Le skills devono essere tali da far restare i nostri giovani in Italia… Bisogna che la scuola cambi, dalle scuole elementari…” .
Per far questo diventa fondamentale il ruolo della formazione tecnologica ma anche stimolare i giovani ad una forma mentis umanistica e creativa. Bisogna dare ai giovani gli strumenti idonei per formarsi in ambito tecnologico, senza però assolutamente trascurare la cultura umanistica.
Marco Landi ha poi riportato un piccolo aneddoto su Steve Jobs:
“Il genio di Steve Jobs si è creato e formato quando ha passato 12 mesi in india, e in India lui ha aggiunto alle sue capacità tecnologiche, la riflessione e la filosofia; questo lo ha aiutato… E noi italiani questo ce l’abbiamo, perchè è nella nostra cultura…”
Per dare a tutti la possibilità di fruire al meglio dell’intervista a Landi, abbiamo pensato di riportarla in versione integrale nel file audio originale.
Se questa è solo la prima edizione della Digital Convergence Day, chissà cosa ci riserveranno gli organizzatori per il 2019.
Magda Caprioli e Pietro Biglia