Digital Marketing
Il digitale è in tavola. La ristorazione si rinnova per superare la crisi
10 Aprile 2021
Delivery e take-away sono diventati, nell’ultimo anno, l’ancora di salvezza per la ristorazione. Nell’attesa del ritorno alla quotidianità, TheFork – l’app per prenotare online nei migliori locali a prezzi scontati – ha presentato un bilancio sull’impatto della pandemia in un settore messo a dura prova da marzo 2020.
“La ristorazione – afferma Andrea Arizzi, manager di TheFork – ha dimostrato resilienza e capacità di aggiornamento attraverso la digitalizzazione. Siamo stati al fianco delle aziende partner (oltre 20 mila in Italia) con iniziative di marketing. Abbiamo offerto la nostra piattaforma per pubblicizzare gratuitamente le loro attività di delivery; abbiamo sviluppato gift card ed annullato le commissioni per le versioni più avanzate del gestionale. Tutte queste attività si sono tradotte in un investimento complessivo di quasi 25 milioni di euro. E siamo già al lavoro per preparare al meglio la riapertura”.
La scorsa estate, come si legge sul report, ha dato risultati positivi, con una ripresa, almeno parziale, dei numeri persi durante il lockdown della prima ondata. Ma la ristorazione ha saputo trovare soluzioni anche durante la chiusura forzata delle attività. Potenziare i servizi di consegna a domicilio ed asporto è stato fondamentale per intercettare il pubblico, costretto fra le mura domestiche, ma annoiato dalla routine dei fornelli e desideroso di conoscere nuovi sapori. Ad oggi su TheFork il 10% dei ristoranti offre il delivery, mentre il 12,5% permette l’asporto. Numeri ancora ridotti, ma destinati a crescere.
Al ristorante in sicurezza
Nonostante l’emergenza Coronavirus, andare al ristorante è una delle esperienze che manca maggiormente ai consumatori. Nello studio condotto nel nostro Paese da TheFork nel mese di gennaio 2021, su oltre 5000 utenti, il 52% ha dichiarato che, appena possibile, andrà a pranzo fuori con più frequenza rispetto al passato. Il 38% ha affermato che lo farà, anche se meno di prima. Soltanto il 4% aspetterà la fine assoluta della pandemia. Un insight significativo che emerge dalla ricerca riguarda la percezione della sicurezza: la metà degli intervistati si sente meno esposta al rischio di contagio al ristorante, dove il distanziamento sociale è rispettato, piuttosto che in visita da familiari ed amici.
La riapertura a portata di smartphone
Sempre secondo TheFork, su un campione di 13 mila italiani, oltre la metà (59%) apprezza la possibilità di prenotare tavoli all’aperto, mentre il 50% degli utenti è attento alla comunicazione online delle misure di prevenzione messe in atto. Nella scelta del ristorante incidono anche la presenza del menu digitale, importante per il 39% degli intervistati. Così come si rivelano utili le recensioni dedicate alle norme anti-Covid (30%). La possibilità di pagare da app senza contatto con il cameriere, ormai, non può mancare (22%).
Pranzomio.it, il ristorante 100% online
L’imprenditore digitale Paolo Paiola è il fondatore di Pranzomio.it, un locale interamente virtuale, che offre pranzi a domicilio nella città di Verona. “Si tratta – spiega Paiola – di un ristorante online a gestione verticale: dall’acquisto alla lavorazione, fino alla consegna del prodotto, ci appoggiamo a player esterni. Questo garantisce un’alta qualità del servizio. In questo periodo, stiamo cavalcando l’onda data dal Covid-19, che ha inevitabilmente cambiato il food tradizionale. La pandemia, secondo me, ha accelerato un’evoluzione già in essere. La fascia media della ristorazione subirà ancora una forte crisi, mentre quella alta resterà sempre in auge perché dona sia coinvolgimento emotivo, sia un’esperienza di rilievo a livello culinario”.
Oggi Pranzomio.it accontenta il canale B2C, ovvero persone che occasionalmente scelgono il servizio per avere una pausa pranzo sana ed appetitosa. “Stiamo pianificando – incalza Paiola – di entrare anche nel settore B2B, lavorando con aziende, molte delle quali, negli ultimi dodici mesi, hanno eliminato la mensa per evitare costi fissi ed eludere le difficoltà di gestione, a favore del delivery”.
Le aziende digital-native resistono alla pandemia
Anche l’ultima indagine dell’Osservatorio Qonto – centro di ricerca della neo-banca francese per liberi professionisti e PMI – conferma che il settore della ristorazione è pronto a scommettere sul digitale. Il 37% delle imprese nel mondo del food dichiara di aver introdotto nel proprio business nuovi strumenti informatici, ma per il 2021 il 70% di esse prevede un maggiore investimento in questo campo.
Sono le aziende tra i 5 e i 10 anni di anzianità che hanno dato, più di tutte, una spinta notevole alla digitalizzazione: 50% contro il 35% delle imprese che hanno spento meno di cinque candeline. Secondo gli analisti, le aziende di più recente costituzione sono digital-native, perciò nell’affrontare l’emergenza sanitaria, sono partite più avvantaggiate rispetto alle loro sorelle maggiori.
Nel 2021, allora, saranno i servizi legati al marketing e alla pubblicità quelli a cui si destineranno i budget più consistenti – scelti dal 32% del campione – seguiti dai software di contabilità (21%). I ristoratori, inoltre, sono propensi ad attivare nuovi servizi finanziari, come un conto business interamente online, ad adottare programmi di messaggistica istantanea e piattaforme di e-commerce.
Il digitale è in tavola
Anche gli esercenti più scettici e meno tecnologici hanno compreso che familiarizzare con i nuovi media è indispensabile. In un momento storico in cui gli strumenti digitali diventano l’unico mezzo per non sospendere la propria attività, non si può restare indietro. La ristorazione deve avere la capacità di innovarsi, come ha fatto, ad esempio, Panino Giusto: “Se il Covid-19 ha accelerato un trend già in atto – spiega il CEO Antonio Civita – l’app che abbiamo ideato attraverso tre modalità di utilizzo (take-away, delivery e possibilità di prenotare al ristorante saltando code all’ingresso e al pagamenti) è stata efficace, raccogliendo già 25 mila download, di cui almeno 10 mila con una frequenza di utilizzo costante”.
Particolarmente innovativo anche il progetto presentato sinergicamente da Lavazza e Deliveroo per portare la colazione del bar direttamente a casa. Un’offerta nata dalla necessità di sperimentare, nel quadro di un panorama che sta progressivamente cancellando la distinzione tra abitazione ed ufficio. Le abitudini dei consumatori si modificano e gli scenari del settore si ridisegnano. Per questo, per andare incontro alle esigenze del pubblico, anche il re del caffè si è messo in gioco.