Innovation
I focus group sono in via di estinzione?
28 Aprile 2017
Sono tanti gli istituti di ricerca che affermano di aver sviluppato metodologie rivoluzionarie per attuare ricerche di mercato. Tuttavia la base solida sulla quale si fondano le organizzazioni più apprezzate è la volontà di concentrati sul cliente piuttosto che sul prodotto.
La metodologia importa poco se una buona ricerca di mercato riesce nell’obbiettivo di chiedere le cose giuste alle persone migliori nella modalità più corretta.
Da qui nasce la convinzione che il tradizionale focus group dal vivo continui ad essere Lo strumento fondamentale nel bagaglio metodologico del ricercatore.
Judy Langer, tra i pionieri dei focus group moderni, ha condotto uno studio su chi, lato cliente, ha commissionato ricerche di questo tipo, ed è giunta a una conclusione simile.
E’ vero che prima dei social media, i focus group erano una delle pochissime opzioni per ottenere informazioni direttamente da parte dei consumatori.
Oggi ci troviamo di fronte a una grande quantità e varità di dati comportamentali, strumenti che ci permettono di ascoltare e sintetizzare le conversazioni digitali in tantissimi modi diversi. Per questo alcuni sostengono che i focus group siano sulla strada dell’estinzione.
Grazie al social media monitoring, è possibile aprire una finestra nel cuore e nella mente dei consumatori di tutto il mondo. Non siamo più limitati alla rilevazione dei dati di consumo, è infatti possibile identificare e contattare ogni singolo cliente. I comunicatori e i marketers possono farsi un’idea di ciò che i consumatori di tutto il mondo hanno da dire, quali emozioni trasmettono e quali esperienze intraprendono con i brand.
Il social monitoring rileva quali siano i temi più discussi dagli utentu sui social media riuscendo a far risparmiare tanto ‘duro lavoro’ e quindi tanto tempo prezioso.
Tuttavia restano ancora alcune domande. Ad esempio, quale tipo di persona si impegna in una conversazione online? Le persone, quando sono online, dicono davvero la verità, o solo quello che vogliono far vedere agli altri? Bisogna anche considerare che esistono una serie di cose private di cui le persone non parlano mai online.
Usando una combinazione di monitoring tradizionale e di social listening possiamo rispondere alle domande che contano veramente e conservare con cura i risultati importanti in modo da usarli come base per tutte le iniziative future.
Il focus group dal vivo ci dà una risposta più chiara sui tanti “perché” spesso lasciati senza risposta dagli strumenti analitici comportamentali e di conversazione che abbiamo a disposizione.
Come l’avvento di internet non ha eliminato la necessità dei mattoni e dei negozi, né ha condannato il settore fieristico o gli incontri face to face, i focus group dal vivo offrono una serie di vantaggi: rendono possibile la valutazione del linguaggio del corpo, la costrizione di un’importante faccia a faccia tra il moderatore e il rispondente che è impossibile da replicare, nonostante la facilità delle chiamate video. La possibilità di visualizzare l’interazione tra gli intervistati, in particolare durante i brevi intervalli con il moderatore nella stanza sul retro, sono una componente preziosa e uno standard da mantenere. Il semplice fatto di avere una stanza sul retro, è una cosa impossibile da replicare in un ambiente virtuale.
Uno dei valori chiave di focus group Live è che, come suggerisce il nome, permette a tutti di concentrarsi.
Gli intervistati non sono impegnati nel multi-tasking o distratti da qualcos’altro come potrebbero esserlo in un ambiente virtuale.
In molte città italiane, queste riunioni informali continuano a far grande luce sulle sfide uniche dei clienti e su quei temi caldi che hanno un valore inestimabile per i ricercatori nella produzione di rapporti che vanno oltre la raccolta di dati. Prendersi una pausa per arrivare a conoscere l’altro è una merce rara e preziosa che consente ai migliori ricercatori di ergersi in un ruolo che aggiunge veramente valore a qualsiasi progetto.
Evviva i focus group dal vivo!