Media Intelligence
Quanto è importante una dashboard per il social media monitoring?
4 Luglio 2018
Visto che ormai tutti comprendono il potenziale dei social media, è incredibile che migliaia di aziende non utilizzino una dashboard per il social media monitoring.
Ma è solo una questione di tempo. Presto dovremo tutti scegliere tra l’assunzione di un team di persone dedicate o l’adozione di dashboard per velocizzare il lavoro.
Vediamo perchè, tra le due opzioni, la dashboard rappresenta la scelta migliore nel 99% dei casi.
1. Monitoraggio unitario dei social media.
Una reale gestione della reputazione online è impossibile senza il monitoraggio di tutti i social media.
Comparare, anche solo visivamente, le diverse tipologie di engagement sulle pagine aziendali, permette di capire un sacco di cose.
Ad esempio potremmo notare che le interazioni ai nostri post Facebook consistono principalmente in like, mentre su Twitter riceviamo soprattutto commenti. Bisognerà quindi analizzare i due social in modo distinto per approfondire e valutare se differenziare la comunicazione.
Per approfondire meglio il significato delle diverse modalità di coinvolgimento sui social, questo articolo è davvero esaustivo.
Il valore della reach potenziale è un altro aspetto importante da seguire, per capire quanti utenti hanno visto i post che citando il nostro brand.
L’analisi di segmenti di pubblico o il calcolo della reach raggiunta sono operazioni davvero semplici con qualsiasi dashboard.
2. Impostazione di alert email.
Ovviamente non sempre è possibile accedere alla propria dashboard, dal pc o da mobile. Soprattutto quando siamo in viaggio, la soluzione migliore è quella di ricevere le informazioni che ci interessano dritte sul nostro smartphone.
Quasi tutte le dashboard permettono di impostare alert email ad hoc per restare informati su specifiche ricerche o autori influenti.
Un esempio di alert email potrebbe essere quello del capo ufficio stampa che vuole tenere traccia di ogni citazione negativa del brand su Facebook.
3. Integrazione con stampa e web.
La possibilità di importare i post più importanti in rassegna stampa è una cosa che pochi tool permettono. Solo chi ha un background solido nel campo della rassegna stampa è in grado di integrare al meglio queste due realtà così diverse ma sempre più integrabili.
Il mondo non inizia e finisce con Twitter, Facebook ed Instagram.
Infatti, anche scoprire quante volte sono stati condivisi sui social media gli articoli web in rassegna è importante. Ci sono migliaia di siti autorevoli che esercitano un’influenza significativa su settori e ambiti specifici.
4. Monitoraggio della concorrenza.
Conoscere l’andamento della propria visibilità online è solo un pezzo del puzzle. Per restare sempre “sul pezzo” è obbligatorio tenere traccia dei rivali, monitorare le loro attività ed i loro successi.
L’impostazione della ricerca tramite parole chiave consente all’azienda di scoprire con precisione ciò che viene detto sul brand, i suoi prodotti ed i servizi dei competitor.
5. Sentiment associato al brand o al prodotto.
Il sentiment automatico permette di capire se le citazioni del proprio brand o dei competitor avvengono con un tono positivo, negativo o neutro.
Questo è cruciale per evidenziare le eccellenze e gestire le negatività prima che passi troppo tempo. Il rischio è sempre quello che un singolo post negativo possa diventare virale generando una crisi d’immagine di proporzioni bibliche.
Ma oltre a questa eventualità remota, il sentiment automatico dei post può dire davvero tante cose. Anche se l’accuratezza non è sempre del 100%, prendendo in considerazione volumi ampi difficilmente troveremo valori di sentiment ingiustificati.
6. Influencer e autori più attivi.
Una cosa è sapere chi sta parlando di noi, ma un’altra è sapere chi tra questi è in grado di coinvolgere porzioni di pubblico maggiori. Questo è il fattore fondamentale per capire quali sono i promotori del nostro brand online e quali potrebbero diveltarlo nel prossimo futuro.
Osservando la loro attività, il tono dei post, pubblico di riferimento e “valori” che veicolano, possiamo facilmente comprendere se si tratta di soggetti interessanti per il nostro brand.
7. Ottimizzazione delle risorse.
Per un CEO potrebbe essere difficile comprendere l’assunzione di un intero team da dedicare a monitoraggio ed analisi dei social media.
Ma per chi deve fare anche altro, le ricerche manuali delle citazioni possono causare un’enorme perdita di tempo. Soprattutto se consideriamo che l’alternativa automatizzata può fare lo stesso lavoro in pochi secondi. Il tempo risparmiato con una dashboard può essere riutilizzato nella verifica dei risultati più evidenti e analisi dei macro trend.
Generare una reportistica dettagliata da consegnare al management diventa un gioco da ragazzi con una dashboard.
8. Semplicità di utilizzo.
Ultimo aspetto ma certamente non meno importante, l’intuitività della dashboard. Esiste un legame fortissimo tra la piacevolezza di utilizzo e la percentuale giornaliera di utenti attivi.
Paradossalmente, quelle società che hanno sviluppato per prime le proprie dashboard partono qui da una situazione di svantaggio. Questo accade perché le regole e limitazioni per il monitoraggio dei social media cambiano in continuazione.
Le aziende che lanciavano dashboard per il social media monitoring nel 2014 prevedevano tantissime funzioni che adesso non sono più disponibili. Tante altre invece, non erano previste e sono state aggiunte in qualche modo.
Questo ha impedito una progettazione organica basata sulle nuove possibilità di monitoraggio ed analisi dei social.
Adesso c’è molta più consapevolezza di quali siano le metriche rilevanti sui social media e quali gli aspetti più interessanti per le aziende.
Eco Social, la nuova dashboard.
Dopo anni di partnership con i più importanti operatori nel settore, L’Eco della Stampa ha lanciato una dashboard proprietaria per il social media monitoring. Si chiama Eco Social ed è stata creata proprio per supportare gli uffici stampa e le nuove figure digital.
Eco Social dispone di tutte le funzionalità presentate sopra e copre i seguenti social media: Twitter, Facebook, Instagram, Youtube e Google+.
Gli aspetti più importanti sono comunque l’intuitività e velocità di risposta. Le capacità di importazione dei post in rassegna, integrazione dei grafici di analisi social con gli altri media e evidenza del numero di condivisioni degli articoli web, permettono di considerare il tool realmente integrato con la rassegna.
Per chi volesse approfondire tutte le funzioni di Eco Social, è possibile partecipare al webinar di presentazione del 26 Luglio.
Esiste un’alternativa alle dashboard per il social media monitoring?
Naturalmente, una dashboard per il social media monitoring è tutt’altro che obbligatoria. Se si è disposti a sopportare carichi di lavoro e spese costanti, è possibile gestire manualmente una campagna di successo sui social.
Ma alcuni sacrifici vanno fatti. Ad esempio, una volta che la comunicazione social è decollata, anche le attività più basilari come la gestione delle citazioni con sentiment negativo possono diventare un lavoro a tempo pieno per un intero team di persone.
Il monitoraggio dei competitor invece, potrebbe occupare intere giornate.
Non esattamente un’alternativa valida, ma comunque un’opzione.