Media Intelligence
La cultura digitale nella comunicazione business. Intervista a Valerio Bassan
10 Ottobre 2023
La società digitale attuale è caratterizzata dall’utilizzo di tecnologie di informazione e comunicazione (ICT) in tutti gli aspetti della nostra vita: a casa, nel lavoro, nell’istruzione e nel tempo libero. In questa definizione di digital society, quindi, le aziende devono obbligatoriamente apprendere e abbracciare le nozioni di cultura digitale per poter poi attuare un’efficace strategia di marketing e per la comunicazione business.
Infatti, la cultura digitale, aspetto essenziale della nostra vita moderna, consiste nell’insieme di conoscenze, competenze e atteggiamenti che ci permettono di navigare con successo nel mondo dell’ICT in cui viviamo. Questa cultura non riguarda solo la conoscenza delle tecnologie, ma va ben oltre, influenzando la nostra interazione con il mondo, il nostro modo di apprendere, di lavorare e persino di comunicare. Non è solo una questione che riguarda gli utenti quindi, ma anche in enorme parte le aziende. Che spesso hanno difficoltà a orientarsi in un settore imprescindibile, ma estremamente vasto e complesso. Risentendone poi in termini di strategie e azioni di marketing e comunicazione.
Per potenziare le strategie aziendali di digital marketing e comunicazione, ci sono alcuni strumenti che, a supporto dei team interni, possono fare la differenza. Citiamo Intelligence, per esempio, che analizza i dati emersi dal monitoraggio dei social media in tempo reale, fornendo quindi una fotografia strategica, aggiornata e attendibile dell’immagine aziendale.
La cultura digitale secondo Valerio Bassan
Si tratta tuttavia di strumenti necessari, ma da soli spesso non sufficienti per riuscire a realizzare una strategia in grado di centrare gli obiettivi prefissati. Si ritorna quindi alla nozione di cultura digitale. In particolare, è necessario fare riferimento a chi, conoscendone a fondo i meccanismi, è diventato un professionista del settore.
È il caso, ad esempio, di Valerio Bassan, il quale come Digital strategist, esperto di innovazione dei media e giornalista, riesce a unire tre figure professionali in grado di dare un supporto fondamentale nella definizione di una strategia di comunicazione online. Autore, tra le altre cose, di Ellissi, newsletter settimanale sulle nuove tendenze dei media e dell’economia digitale, è ospite dell’ultima puntata di E-coffee de L’Eco della Stampa.
In questa chiacchierata, Valerio mette a disposizione del pubblico alcune importanti riflessioni e interessanti spunti per aziende e utenti che vogliono comprendere in maniera più approfondita cosa significa “stare su internet”.
L’intervista parte proprio dalla nozione di cultura digitale, definendo come “un’azienda con una cultura digitale ben sviluppata si distingue per diversi aspetti chiave. Prima di tutto, è aperta al cambiamento e pronta ad adottare nuove tecnologie e approcci digitali per migliorare processi interni ed esterni. Inoltre, ha una chiara comprensione del suo pubblico target online e sa come raggiungerlo attraverso canali digitali appropriati”.
A questo va aggiunto come “una cultura digitale solida implica anche una mentalità orientata ai dati, dove le decisioni vengono prese basandosi su informazioni e analisi piuttosto che sull’intuito”.
La comunicazione business nella digital society
Per capire invece quando una strategia di comunicazione business si sta rivelando efficace, occorre far riferimento al concetto di Minimum Viable Product (MVP). Traducibile con l’espressione Prodotto Minimo Funzionante. Vale a dire che “quando si sta creando una strategia nuova, bisogna partire nel testare un embrione di essa e comprenderne i risultati”. Un processo, questo, che garantisce notevoli vantaggi. Innanzitutto “non andare all-in, rischiando di perdere migliaia o milioni di euro verso un qualcosa che non si sa come andrà”. “Sempre più spesso – spiega Valerio Bassan – le aziende cercano di trovare subito la soluzione completa al problema, nonostante spesso questo sia la somma di tanti piccoli problemi”.
Un altro aspetto cruciale per un’azienda, come risposta alla “centralizzazione del potere nelle grandi piattaforme digitali nell’epoca del web 2.0” è quello di “diversificare la propria presenza online”. In questo senso un “consiglio importante per le aziende è quello di costruire una presenza digitale multipla. Ciò significa utilizzare una varietà di canali e piattaforme digitali per raggiungere il proprio pubblico, in modo da non essere completamente dipendenti da una sola. Inoltre, dovrebbero cercare di creare e coltivare una base di dati di clienti in modo indipendente, invece di affidarsi esclusivamente ai dati forniti dalle piattaforme”.
D’altronde, contrariamente a quelli che sembravano gli obiettivi principali della nascita di internet, ovvero “disintermediare, eliminando gli intermediari tra le persone” si è assistito alla “creazione di nuove “torri d’Avorio” che controllano i flussi di dati, gli algoritmi e la gestione dei rapporti tra le persone. Questo ha portato a una situazione in cui il controllo del digitale è sempre meno nelle mani degli utenti”.
Proprio per combattere queste distorsioni bisogna appoggiarsi alla cultura digitale. Questa non è solo questione di tecnologia, ma anche di creatività e innovazione. Una forma necessaria per utilizzare gli strumenti digitali al fine di sviluppare nuove idee, prodotti e soluzioni, stimolando l’innovazione e il progresso nella società.
Il futuro della comunicazione digitale
“Ci sono diverse opportunità – ribadisce Valerio Bassan – Innanzitutto, è importante concentrarsi sulla qualità del prodotto o del servizio offerto. La qualità è fondamentale e può contribuire a costruire una vera community di appassionati intorno al proprio brand. In secondo luogo, le aziende dovrebbero considerare di concentrare le proprie energie su canali specifici invece di cercare di essere presenti ovunque. Ad esempio, le newsletter ben fatte e i contenuti video ben studiati possono essere più efficaci di una presenza diffusa su molte piattaforme”.
Infine, una piccola previsione sul futuro della comunicazione digitale, nonostante “sia difficile prevedere il futuro con certezza, ci sono alcune tendenze interessanti”. Da una parte “i social media stanno evolvendo verso piattaforme video e la brevità dei contenuti”. Al tempo stesso però “le newsletter e i podcast stanno guadagnando importanza come mezzi di comunicazione business più profondi e coinvolgenti. Gli audio storytelling, in particolare, stanno guadagnando terreno, offrendo un modo unico per coinvolgere il pubblico mentre svolge altre attività”.
In conclusione, per quanto riguarda le mosse su cui è necessario concentrarsi per la promozione del proprio business nella società digitale “la chiave sarà per le aziende sviluppare una cultura digitale e trovare strumenti che si affianchino ai social media anziché sostituirli”.