Comunicazione
Freelance e creativi digitali: i consigli della startup Digitazon
7 Giugno 2021
Il numero dei freelance in ambito digitale è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, nonostante l’emergenza sanitaria. Solo nel 2020, infatti, i liberi professionisti esperti in contenuti digitali sono aumentati del 72%, tra chi ha aperto una partita iva e chi ha declinato la propria professione in ambito digital.
E’ in tale contesto che si inserisce Digitazon, la piattaforma dedicata ai servizi freelance per aziende e liberi professionisti.
Data l’attenzione che questa startup riserva ai lavoratori autonomi, abbiamo deciso di intervistarne i fondatori: Andrea Zangiacomi, co-fondatore e CEO, Angelica Peretti, co-fondatrice e Responsabile Marketing e Comunicazione, e Saverio Mirto, co-fondatore.
Angelica, Andrea e Saverio: prima di entrare nel merito di Digitazon, vorrei che mi raccontaste qualcosa su di voi, sulle vostre esperienze e sulla vostra formazione.
Andrea Zangiacomi:
“Sono il CEO di Digitazon e mi occupo della parte strategica e del rapporto con investitori e clienti.
Dopo una triennale in Economia in Bicocca a Milano, ho frequentato un Master of Science in Marketing Management presso l’Università di Groningen in Olanda. Dopodichè, ho trascorso un periodo a Singapore lavorando come Marketing Assistant in Philips. Tornato in Olanda, sono entrato in Unilever prima come Assistant Brand Manager e poi come Digital Project Manager per il settore Food in Europa.
E’ stato proprio a Rotterdam, insieme ad Angelica e a Saverio, che nel 2018 abbiamo iniziato a gettare le basi della startup, cogliendo le necessità e le problematiche delle aziende in ambito marketing.”
Angelica Peretti:
“Sono co-fondatrice e Responsabile Marketing e Comunicazione di Digitazon.
Mi sono laureata in Marketing Management presso l’Università Bocconi di Milano. Dopo gli studi, mi sono trasferita in Olanda, a Rotterdam. Qui ho guidato per alcuni anni il team Content di Unilever, occupandomi dei progetti di marketing e comunicazione a livello europeo per i brand Food dell’azienda.”
Saverio Mirto:
“Sono co-fondatore di Digitazon.
Mi sono laureato in Economia e Gestione Aziendale presso l’Università di Roma Tre. Poi ho conseguito un Master in International Business and Management presso la RUG University di Groningen. In seguito, mi sono trasferito a Rotterdam e ho lavorato per circa un anno nel marketing team di Unilever Food Solutions. Poi, sono diventato Country Manager per l’Italia presso Sana Commerce, società olandese attiva nel settore e-commerce.”
Quanto è servito il vostro percorso lavorativo per arrivare al concept di questa startup?
“L’esperienza in una multinazionale è stata fondamentale. Essere parte del team marketing del dipartimento Food del quartier generale europeo di Unilever è stato quasi come una “terza laurea”. Ci ha permesso di comprendere quali fossero le necessità e le problematiche che anche un colosso del settore FMCG può incontrare nella gestione delle attività di marketing. Oltre a questo, ci ha dato metodo e ampie vedute.”
Parliamo, adesso, di Digitazon. Com’è nata l’idea di questo progetto?
“L’idea nasce da una forte passione per il mondo della creatività e l’interesse verso gli strumenti digitali a servizio delle imprese. A questi aspetti, si è aggiunta una riflessione sul contesto italiano. Da una parte, è il paese europeo con il più alto numero di freelance digitali, dall’altro le aziende hanno bisogno di potenziarsi proprio sotto questo aspetto.
Consapevoli di questo contesto, quindi, ci siamo posti l’obiettivo di accelerare in modo pratico ed efficace la trasformazione digitale del mondo del lavoro, rendendo più facile l’interazione tra i suoi vari attori. Volevamo, insomma, semplificare i contatti e dare la possibilità alle nuove generazioni di vivere una vita piena di opportunità e soddisfazioni.
Diciamo, dunque, che abbiamo un po’ “unito i puntini”, dopodichè Digitazon, di per sè, è nata in modo molto naturale.
Sappiamo che ci sono molte aziende che faticano ad andare o a stare sul digitale, perché non hanno internamente a disposizione le competenze necessarie per farlo.
Poi, sappiamo che per le nuove generazioni, parlo soprattutto di Generazione Y e Z, aprire una partita iva è diventata quasi una scelta preferenziale, se si lavora nel digitale.
Infine, nonostante si stia parlando di “digitale”, la collaborazione tra azienda e freelance, oggi, avviene tipicamente offline (al 95%, secondo i nostri sondaggi). Quando parliamo di collaborazione intendiamo: ricerca, il primo contatto, l’incontro, la negoziazione, il pagamento.
Digitazon ha digitalizzato, snellito e semplificato questo processo, permettendo a chiunque di cercare, trovare e collaborare con freelance e creativi.
La nostra visione è creare un mondo in cui il lavoro dei freelance e dei creativi digitali sia riconosciuto, ricercato e ricompensato come merita.”
Dall’idea iniziale alla realizzazione, quali sono state le principali difficoltà e le grandi soddisfazioni relative a questo progetto?
“Le sfide principali sono state due.
La prima è stata quella di “costruire” il nostro spazio digitale, una piattaforma proprietaria che disponesse delle caratteristiche tecnologiche necessarie per soddisfare il modello che avevamo in mente.
La seconda è stata farci conoscere al panorama creativo ed economico italiano, costruendo la nostra community di creativi freelance e la brand awareness nei confronti delle aziende.
Come funziona, all’atto pratico, la vostra piattaforma e che servizi offre?
“La nostra missione è eliminare tutti gli ostacoli e avvicinare i liberi professionisti alle opportunità di lavoro.
Per mettere in pratica questo principio, abbiamo creato uno spazio che permette alle aziende di cercare e mettersi in contatto con talenti freelance e creativi.
Per quanto riguarda freelance e creativi, possono creare un proprio profilo, pubblicare il portfolio e mettere in vendita servizi digitali in uno spazio dedicato. Possono, poi, accedere a una Job Board dove le aziende pubblicano opportunità sia per liberi professionisti che full-time.
In questo modo, le aziende possono cercare il talento perfetto in base alle proprie esigenze, al budget e alle tempistiche che hanno a disposizione.
La piattaforma dispone anche di una sezione dedicata all’apprendimento. Al suo interno, pubblichiamo contenuti realizzati ad hoc per i nostri utenti riguardanti tematiche in linea con le professionalità presenti in Digitazon.
Attualmente, come state promuovendo Digitazon sui vari canali?
Utilizziamo moltissimo i canali digitali con paid advertising. Inoltre, usiamo contenuti organici che possano essere di valore per i membri della nostra community.
A proposito di comunicazione: cosa deve fare un freelance per sviluppare il suo personal branding?
“Il personal branding richiede sforzi costanti. Non è qualcosa che fai una volta e lo metti nel cassetto. Ci sono, però, sono alcuni passi importanti che si possono compiere all’inizio per gettare le basi giuste:
- mettere a fuoco cosa differenzia e renda unico il proprio servizio rispetto agli altri;
- creare associazioni forti tra il proprio brand e i valori che si è in grado di offrire ai potenziali clienti;
- definire una visual identity coerente con l’immagine che si vuole trasmettere;
- costruire un sito internet e un portfolio/curriculum che rappresenti sé stessi.”
E quali sono, invece, gli errori di comunicazione più grandi che un libero professionista potrebbe fare?
“Anche in questo caso, si possono individuare quattro errori principali:
- ascoltare poco le richieste del cliente;
- non fare le domande giuste o non farne abbastanza;
- non disporre di un adeguato meccanismo di follow up con il cliente;
- non promuovere una cultura aperta e non dare idee e suggerimenti.”
Elencateci tre grandi vantaggi dell’essere freelance.
“Il primo è indubbiamente la flessibilità. A seconda del settore, puoi impostare i tuoi orari, quanto tempo lavorare e da dove.
Il fattore guadagno è un altro vantaggio. Per fare il freelance devi avere tariffe competitive, è vero. Tuttavia, se diventi un esperto del tuo settore puoi aumentare i guadagni in base alla mole di lavoro che decidi di gestire.
Anche la formazione è un grande punto a favore per diventare libero professionista. Sarai il capo di te stesso e il proprietario della tua attività. Di conseguenza, sarai spinto a migliorare le tue competenze e a sviluppare le tue capacità.”
E tre grandi svantaggi del lavoro in proprio?
“Le prime cose che si possono dire sono i guadagni irregolari e la solitudine causata dal lavoro da casa. Ma anche l’assenza di benefit che le corporate garantiscono ai dipendenti è uno svantaggio, a volte.”
Veniamo alle aziende: qual è il modo migliore per comunicare la propria realtà aziendale a possibili collaboratori?
“Oggi le aziende sono obbligate a stare al passo con lo sviluppo della tecnologia, a esplorare canali sempre nuovi e a comunicare in maniera diversa rispetto al passato.
Per le aziende, infatti, è importante poter attingere in modo semplice e flessibile a competenze specifiche, come quelle offerte dai freelance.
Per questo è fondamentale che le aziende si raccontino al libero professionista trasmettendo i propri valori e la propria mission, così come la modalità di lavoro e gli obiettivi di business.”
Cosa, invece, fa scappare i freelance da possibili accordi con grandi imprese?
“L’incertezza. Se il freelance teme di non essere pagato nei tempi concordati o di non condividere le modalità di lavoro proposte dall’azienda, non accetterà l’accordo.”
Quale messaggio volete lanciare ai freelance in questo momento storico così complesso?
“Dobbiamo creare un mondo in cui la creatività dei freelance digitali sia riconosciuta, ricercata e ricompensata come merita. Bisogna confidare in un lavoro moderno, digitale e umano.”
Ringraziamo i fondatori di Digitazon per questi preziosi consigli e auguriamo a questa giovane realtà di diventare un punto di riferimento nel panorama italiano delle professioni digitali.