Comunicazione
La Milano che non ti aspetti, fotografata da Andrea Cherchi
16 Luglio 2020
“Semplicemente Milano” è il progetto social di Andrea Cherchi, che con la sua fotografia costruisce racconti visivi capaci di narrare la metropoli meneghina attraverso scorci, dettagli, panorami suggestivi ed emozionanti. Con i suoi 91.081 followers, la pagina Facebook è un must per tutti i milanesi che amano la propria città e le sue meraviglie. Abbiamo chiesto, allora, a questo appassionato fotografo di raccontarci qualcosa in più della sua arte.
Presentati a chi non ti conosce.
“Ho iniziato come giornalista all’età di 18 anni. Portavo i pezzi realizzati con carta e penna in redazione e aspettavo con grande entusiasmo di vederli pubblicati la settimana successiva. Scrivevo tanto, non sapevo neppure cosa fosse una cartella o cosa volesse dire esattamente l’espressione «numero di battute». Quella sarebbe stata la mia strada.
Dopo alcuni anni, ho sentito il bisogno di accompagnare le parole alle immagini. Da quel momento, ho cominciato a fotografare. E’ passato molto tempo, la mia vita è cambiata, ma ho sempre l’entusiasmo dei miei 18 anni. Non mi è mai capitato in trent’anni di pensare «Oggi non ho voglia, vado domani»”.
La curiosità per la macchina fotografica quando è nata?
“Già da bambino, in realtà. Ricordo a otto anni di avere ricevuto in regalo una Polaroid dai miei genitori. Scattavo foto a dettagli e particolari che a nessuno, di solito, interessano. Poi le incollavo su un quaderno e scrivevo, a modo mio, la didascalia. Dopo alcuni mesi, mio padre mi fece usare la sua macchina fotografica e alle scuole medie mi iscrisse al mio primo corso di fotografia. Stampavo le foto in camera oscura. Sembra preistoria!
E’ in quegli anni che ho capito che la fotografia sarebbe stata una passione che non mi avrebbe più lasciato. Già allora, associavo alle immagini che raccoglievo i miei pensieri, le mie considerazioni”.
E quando hai iniziato a dedicare i tuoi scatti a Milano?
“Ho cominciato quando mi sono reso conto che, oltre al mio lavoro di fotografo e giornalista, avrei potuto essere utile alla città che mi aveva dato tutto in termini di affetti, amicizie, studio e lavoro. Milano va raccontata oltre gli stereotipi di chi vede solo nebbia e freddezza. Milano ha un cuore immenso e ho pensato che, con le mie foto ne fanno sentire il battito”.
Come ti è venuta l’idea di aprire una pagina dedicata agli scatti milanesi?
“Ho aperto la pagina «Semplicemente Milano» tre anni fa e, di certo, non mi sarei aspettato un successo così grande. Ho sempre proposto immagini e video realizzati da me. E’ come se tutti i miei followers non mi abbandonassero mai. Ci tengo a dimostrare che Milano vada conosciuta in ogni suo aspetto e, soprattutto, nella sua grande umanità. Troppo facile dire «non avete il mare, siete freddi, vivete nel cemento e pensate solo al fatturato».
Alcuni detrattori della città, vedendo le mie foto, si sono davvero ricreduti. Non più tardi di una settimana fa, una signora siciliana mi ha scritto: «Ho sempre detestato Milano. Poi sono arrivate le tue foto, così in ottobre verrò in vacanza una settimana, assieme a mio marito». Sono soddisfazioni!”.
Qual è il segreto del successo di questo progetto social?
“Ho aperto la pagina Facebook con un fine ben preciso. Ho deciso che, senza presunzione, sarei stato gli occhi di chi non può vedere la città per motivi di salute, di anzianità e disabilità. Sono stato fortunato nella vita. All’età di due anni sono stato adottato da due genitori splendidi. Con le mie foto benedico la mia fortuna e cerco di aiutare chi è in difficoltà. Una foto può essere di grande aiuto per chi è in casa e non può uscire. Per questo, ho sperato che i miei scatti arrivassero ovunque. E così è stato. Penso sia la passione a muovere tutto!”.
Cosa ami di più del capoluogo lombardo?
“Vi sembrerà strano, ma amo la sua semplicità. I quartieri poco conosciuti, i murales nascosti, gli orti condivisi e le botteghe storiche. Mi piacerebbe che anche i turisti vedessero queste cose! Penso anche al progetto di mio zio, Gianni Bianchi, che ha fondato Cascina Linterno, nel verde del Parco delle Cave. Oasi di pace e tranquillità che meritano turismo e divulgazione”.
La metropoli meneghina si è evoluta nel tempo, soprattutto negli ultimi anni: quali sono i cambiamenti che ti hanno colpito maggiormente?
“Due fra tutti. Il primo è Porta Nuova. Da zona di bische e luna park a grattacieli e sviluppo urbano che ci invidiano in tutto il mondo. Quando entrate in piazza Gae Aulenti, vi abbraccia un mondo fantastico. Il secondo è CityLife. Dalla vecchia fiera fino ad arrivare a tre grattacieli fantastici con un parco magnifico”.
Come hai documentato il periodo del lockdown?
“Con grande tristezza e malinconia. Ho fotografato la mia Milano deserta e qualcuno mi diceva: «E’ come a Ferragosto». Invece no. A Ferragosto sei contento che la città è lì tutta per te. Durante il lockdown, sentivo il lamento di una città ferita e in cerca di aiuto. Ho documentato tutto. Nella mia carriera di fotografo e narratore della città ci sarà sempre un prima e un dopo lockdown. In questi giorni sto raccontando la rinascita. Non è facile. La ripresa è lenta, anche se la voglia di tornare alla normalità è tanta”.
Quale messaggio cerchi di comunicare, attraverso le tue fotografie?
“Per me la fotografia non è una gara di bravura, è una gara di emozioni, solidarietà e umanità. Quando costruisco una storia fotografica, penso sempre a come aiutare chi ho di fronte ad emergere in tutta la sua interiorità”.
Quali consigli daresti a chi volesse seguire le tue orme?
“Sto imparando ancora anch’io, perciò non ho una risposta precisa. Direi così: «Se inizi questo percorso, ricordati che con la fotografia dovrai sempre la verità alle tue emozioni. Non lasciarti mai scoraggiare da chi ti dirà che i tuoi scatti sono meno belli di altri. La fotografia è la ricerca sistematica di emozioni. Nessuno può giudicare l’emozione che provi e che puoi trasmettere”.
Ringraziamo Andrea Cherchi per la sua disponibilità, ma soprattutto per regalarci sensazioni uniche, attraverso i suoi scatti della grande Milano.